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Sarno, ancora pioggia e allagamenti. Geologi: «A rischio 200 milioni di euro di investimenti»

 |  Acqua

Mentre esondano i due affluenti del Sarno , il Rio San Marina e il Rio Palazzo, rischiamo di perdere 200 milioni di euro dall’Europa per il più moderno ed ingegnoso progetto di sistemazione idraulica e di riduzione del rischio idrogeologico nell’ampio bacino del fiume Sarno. Oggi 44.000 abitanti e più di 800 ettari di terreno  sono in aree a rischio elevato o molto elevato . Con la realizzazione del Grande Progetto non avremmo nessun abitane e zero ettari in aree a rischio.

Ancora una volta le forti piogge della notte e della mattinata hanno provocato allagamenti a Sarno e in diverse zone dell’agro-nocerino; in base alle notizie diffuse sinora, questa volta ad esondare sono stati i due affluenti del Sarno, il Rio San Marina e il Rio Palazzo e intere aree destinate a coltivazioni agricole  sono finite sott’acqua.  Quella di oggi è stata l’ennesima esondazione che si è verificata tra l’autunno 2013 e la primavera 2014, ma forse dovremo abituarci a continuare a subire allagamenti anche per il futuro visto quello che sta succedendo intorno al Grande Progetto del fiume Sarno, tra ricorsi al TAR e opposizioni di alcuni comuni.

E’ sempre più probabile, difatti,  che il più moderno ed ingegnoso progetto di sistemazione idraulica e di riduzione del rischio idrogeologico nell'ampio bacino del fiume Sarno svanisca nel nulla, insieme agli oltre 200 milioni di finanziamento garantiti dalla UE.

Oggi abbiamo circa 44.000 abitanti e più di 800 ettari di terreno in aree a rischio elevato o molto elevato, con la realizzazione del Grande Progetto del Sarno non avremmo nessun abitante e zero ettari in aree a rischio elevato e molto elevato, in riferimento alla piena centennale;  invece rischiamo di continuare ad avere alluvioni ed allagamenti in tutta l'area, come succede da decenni, con il loro carico di danni ed a volte di vittime.

Ciò che viene paventato sono ipotetici rischi e danni ambientali e inquinamento delle falde, tutti da dimostrare, per la costruzione di vasche di laminazione ed aree di esondazione controllata. Ma di cosa parliamo? Non sono molto più pericolosi per l'ambiente e la salute le innumerevoli esondazioni di acque inquinate che si susseguono su territori molto più vasti ogni anno proprio per il disordine idraulico del Sarno e dei suoi affluenti?

Chi dice queste cose ignora o fa finta di ignorare che questo progetto è inquadrato in un articolato complesso di interventi che comprendono, in particolare, anche la bonifica ambientale dell’area con i progetti inseriti nel Piano del Commissario Delegato per l’emergenza ambientale (ex Generale Jucci) oggi trasferiti all’Arcadis.

E allora, citando un politico che ora non c'è più, che diceva che "a pensar male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca" non vorrei che a soffiare sul fuoco di timori e preoccupazioni ed a dare cattivi consigli agli amministratori locali, sia solo qualche tecnico in cerca di incarichi e consulenze.

Non realizzare questo progetto significa sprecare un’occasione più unica che rara, con gravi conseguenze sullo sviluppo dell'area e sulla sua economia, sul patrimonio immobiliare e sull'ambiente e chi lo determinerà si assumerà  tutte le responsabilità del caso.

di Francesco Peduto, presidente dell’Ordine dei geologi della Campania

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.