Si può fare di più… un maggio da record storico per le rinnovabili. Hanno coperto il 52% del fabbisogno elettrico nazionale. Cala il gas, azzerato il carbone
Si può! Anzi si deve fare di più. La sorpresa arriva da Terna, la società controllata dal Tesoro attraverso Cassa depositi e prestiti, che gestisce la rete elettrica nazionale: ha rilevato un maggio strepitoso con l’energia rinnovabile che ha stabilito un nuovo primato, spinta dell’idroelettrico e dal solare con le nuove installazioni di impianti solari che hanno fatto la differenza.
Terna segnala, mese dopo mese, il trend delle energie pulite in Italia che a maggio hanno fatto coperto il 52,5% della domanda elettrica italiana, lasciandosi alle spalle l’asticella del 42,3% del maggio 2023, quando la siccità storica del biennio iniziata nel 2022 era quasi conclusa, e l’idroelettrico era quasi rientrato a pieno regime.
Per l’infelicità dei loro accaniti sponsor, il trend invece è in calo vistoso per i combustibili fossili, e soprattutto è arrivata notizia della quasi scomparsa della più inquinante fonte per la produzione di elettricità, quella che va a carbone.
La novità è nei numeri. Che oggi stanno sfiorando livelli mai toccati in precedenza, e che tanti indicavano come irraggiungibili. Anche aprile 2024 ha chiuso con la copertura elettrica in maggioranza da fonti pulite attestate sul 51,2%, segnalando un trend medio definito ormai come “strutturale”, spinto anche dalla produzione idroelettrica aumentata del 34,7% rispetto a un anno fa quando eravamo sulla coda della grave siccità iniziata nel 2022, e dal consolidamento della produzione da fotovoltaico con sempre nuovi impianti solari favoriti dallo sblocco dovuto in gran parte alle norme di semplificazione varate dal governo Draghi e gestite dal ministero dell’Ambiente.
A maggio l’incremento di produzione del fotovoltaico (+1.062 GWh, +36,3%) è dovuto all’effetto combinato dell’aumento di capacità in esercizio (+669 GWh) e del maggior irraggiamento (+393 GWh).
Cresce anche l’energia eolica del 10,5% in più sul 2023, e oggi si spera nella velocità di pianificazione dei mitologici “piani regolatori regionali” delle energie rinnovabili con le localizzazioni dei siti e nelle operazioni di repowering per impianti più efficienti, in grado di aumentare la produzione, e soprattutto nelle nuove centrali eoliche off shore al largo nel nostro mare.
Il nuovo “Piano integrato di attività e organizzazione per il biennio 2024-2026” del ministero dell’Ambiente prevede l’accelerazione delle autorizzazioni per le rinnovabili, e vedremo gli effetti.
Nel frattempo, le centrali termiche dominata dal gas sempre a maggio 2024 hanno prodotto il 14% in meno di un anno fa, ed è crollato fortunatamente il ricorso al carbone, il più inquinante combustibile che copriva circa il 7% del fabbisogno nazionale di elettricità oggi sceso all’1%.
La sfida ambiziosa anche per l’Italia è l’impegno preso del “Net zero emissions globally”, la neutralità climatica, al 2050. La prossima Conferenza delle parti sul clima, la Cop29 in Azerbaijan, nella capitale Baku, affronterà si spera concretamente il percorso per raggiungere gli obiettivi di riduzione dei tre quarti delle emissioni di “gas-serra” portandole a zero nel 2050.
Non una passeggiata ma una colossale trasformazione delle produzioni e dei consumi di energia, con più efficienza energetica e tagli di combustibili fossili per almeno il 75% nei prossimi 10 anni, aggiungendo gigawatt di solare fotovoltaico e di eolico, bioenergia, energia geotermica e idroelettrica.
Industria, trasporti e costruzioni e gestione delle città dovranno necessariamente entrare in un mondo nuovo. Irrealistico? Sfide impossibili? Il cambiamento è inesorabilmente in corso e continuerà in ogni settore. Chi avrebbe scommesso un centesimo di euro nel maggio italiano 2024 più green di tutti i tempi?