Raduno di Panda 4×4 nel Parco dei Monti Simbruini, è polemica con Salviamo l’Orso

La manifestazione avvenuta senza nessuna autorizzazione del Parco?

[6 Giugno 2016]

L’Ente Parco dei Monti Simbruini ha smentito, con una dettagliata ricostruzione degli avvenimenti firmata dal Commissario Enrico Pranzini e del direttore Paolo Gramiccia (che potete leggere negli allegati), di aver concesso il patrocinio e qualsiasi autorizzazione al “Terzo raduno Panda 4×4 Vallepietra”   del 7/8 maggio e Salviamo l’Orso, l’Associazione per la conservazione dell’orso bruno marsicano, che aveva denunciato lo svolgimento della manifestazione  «in pieno Sito di interesse comunitario (IT6030040 Monte Autore e Monti Simbruini centrali) e Zona di Protezione Speciale “Monti Simbruini ed Ernici», attaccando duramente l’area protetta, ora « accoglie con piacere l’intimazione a rettificare le nostre affermazioni, perché l’occasione ci consente di esprimere ulteriori precisazioni e sottolineare alcuni aspetti che ci lasciano francamente sorpresi».

Il presidente di  Salviamo l’Orso, Stefano Orlandini, spiega che «Le dichiarazioni dell’associazione attingono ai fatti e ai documenti disponibili pubblicamente, tra cui articoli su testate regionali e locandine che annunciano il patrocinio dell’Ente Parco (sia per questa edizione che per la precedente del 2015) e ringraziano l’ente per la collaborazione a fine evento. Ci stupisce che da parte dell’Ente non sia stato  esercitato un opportuno controllo di queste fonti e di queste affermazioni, acconsentendo inconsapevolmente secondo la precisazione di Gramiccia e Panzini, a che il nome dell’Ente fosse accostato a una manifestazione palesemente incompatibile con i suoi fini istituzionali; Constatiamo che purtroppo non stiamo parlando di una “prima volta” sfuggita ai controlli per il suo carattere di novità inattesa, dal momento che questa manifestazione si tiene da almeno tre anni nello stesso periodo, nelle stesse aree e con le stesse modalità, si veda, ad esempio, il comunicato Enalcaccia relativo all’edizione 2015:  Ci chiediamo come mai il Parco abbia risposto solo ora alle nostre dichiarazioni pubbliche, quando avrebbe potuto evitare ogni malinteso rispondendo alla nostra richiesta di chiarimenti del 18/05 che riportava abbondante documentazione delle modalità (tuttaltro che ecosostenibili) con le quali si era svolta la manifestazione e che è rimasta puntualmente disattesa come altrettanto disattesa era rimasta una nostra lettera lo scorso anno riguardante il Rally di Roma transitato sulle strade che attraversano il parco».

Orlandini incalza l’Ente Parco Monti Simbruini: «Ci sorprende il fatto che l’Ente Parco abbia omesso di rispondere in tempi congrui non solo a noi a fatti avvenuti ma anche alla richiesta di autorizzazione e patrocinio avanzata dagli organizzatori (in data 31/3), trattandosi di questione di primaria importanza che – al di là degli aspetti di immagine – richiede un preciso iter autorizzativo (Valutazione di Incidenza ) come stabilito dall’art. 6 della Direttiva Comunitaria “Habitat” 92/43/CEE (recepita con il DPR n. 357 del 8.9.1997 e ss.mm.ii.). Ci saremmo aspettati almeno un presidio di sorveglianza preventivo durante lo svolgimento dell’evento, vista la premura degli organizzatori nel notificare l’Ente stesso con oltre un mese di anticipo. E’ questo lo standard di efficienza dell’Ente in materia di controllo del territorio e tutela del patrimonio naturale che gli è affidato o dobbiamo immaginare una particolare congiuntura sfavorevole solo in questo caso? Ci sembrano francamente grotteschi i toni velatamente intimidatori con i quali il Parco risponde a una organizzazione non governativa quale è  “Salviamo l’Orso” partner della Regione Lazio nel programma di monitoraggio dell’orso bruno marsicano ed interlocutore della Direzione generale del MATTM oltre che della Direzione Ambiente e Sistemi Naturali regionale, quando ci saremmo aspettati una tale prestazione muscolare nei confronti dell’organizzatore dell’evento, che ha serenamente millantato un patrocinio e svolto un’attività in pieno spregio di ogni autorizzazione, mettendo in atto quella che ci sembra essere una vera e propria frode, questo sì ci sembra lesivo dell’onore e dell’immagine dell’Ente!»

Salviamo l’Orso non ritiene di dovere particolari scuse a Gramiccia, perché secondo Orlandini l’associazione ha «solo esercitato il proprio dovere di controllo e prevenzione, in qualità di ONLUS dedicata alla conservazione dell’orso bruno marsicano e del suo habitat, che tra l’altro è uno dei compiti istituzionali dell’Ente Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, ed avendo in tempo congruo inviato opportuna richiesta di chiarimenti privata all’Ente, richiesta alla quale purtroppo non vi è stata alcuna risposta. Risposta che, lo ricordiamo, non è meramente un fatto di cortesia, ma un preciso dovere di trasparenza dell’Ente pubblico nei confronti dei cittadini».