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A Prato accelera l’economia circolare, al via il cantiere per il Textile Hub

Dagli stracci all’intelligenza artificiale, grazie agli investimenti Alia e Pnrr il primo impianto a servizio dell’intero distretto produttivo
 |  Toscana

Concluso il complesso iter autorizzativo, sono iniziati oggi a Prato – in via Baciacavallo – i lavori per costruire il nuovo Textile Hub, ovvero un impianto per la selezione automatica di 33mila t/a di rifiuti tessili post e pre-consumo, pensato per garantirne il successivo riuso e riciclo.

Il progetto, dal costo totale di 29,5 milioni di euro, rappresenta un investimento di un soggetto interamente pubblico come Alia Multiutility, premiato anche con fondi Pnrr per la sua portata innovativa.

I lavori prevedono l’iniziale riqualificazione dell’area oggetto di intervento, mentre a partire dall’inizio del 2025 verrà avviata la costruzione dell’impianto di selezione automatica che utilizza l’intelligenza artificiale e della linea di riciclo meccanico, costituita da una fase di pre-sfilacciatura, in modo da rendere l’impianto di selezione operativo già nel primo trimestre 2026, nel pieno rispetto delle scadenze Pnrr.

Una volta completato, il Textile Hub  sarà l’unico impianto del genere in Italia a servizio di un intero distretto produttivo, come appunto quello tessile pratese, e l’unico ad utilizzare l’intelligenza artificiale e una tecnologia a infrarossi altamente evoluta per effettuare la cernita per colore e per composizione dei vari materiali tessili.

«L’industria tessile è considerata la quarta industria più inquinante al mondo e la quinta per emissioni di gas serra – commenta Lorenzo Perra, presidente di Alia Multiutility – Il Piano d’azione per l’economia circolare ha previsto una strategia d’azione, la Eu Textile Strategy, per sviluppare l’innovazione, sostenere nuovi modelli di business e affrontare e ridurre gli impatti ambientali lungo tutta la filiera tessile, cercando di aumentare la sostenibilità, la riutilizzabilità e la riciclabilità degli indumenti. Il progetto dell’Hub Tessile risponde a pieno a questi obiettivi».

Più nel dettaglio, l’Hub tratterà due tipi di flussi: 20.000 tonnellate di materiale all’anno (più o meno corrispondenti all’intero fabbisogno regionale) derivanti dal circuito del post consumo e 13.000 tonnellate all’anno derivanti dal circuito del pre-consumo (circa il 50% di questa tipologia di rifiuti, tipicamente scarti tessili di produzione e lavorazione, deriverà dalle attività del distretto tessile di Prato). 

Si stima che, per quel che riguarda il post consumo, il 60 % dei capi (12.000 tonnellate), dopo apposita sanificazione, verrà inviato ad aziende già presenti sul territorio pratese e specializzate in questo settore di mercato. Il restante 40%, composto da capi di abbigliamento non riutilizzabili, una volta eliminate le componenti accessorie come cerniere, fibbie, bottoni, verrà inviato alla linea automatica che selezionerà i rifiuti per fibra e colore e poi potrà essere inviata alla linea di pre-sfilacciatura per agevolare, se del caso, il successivo riciclo meccanico.

Allo stesso modo i flussi derivanti dal circuito pre-consumo, che in questo momento vengono prevalentemente inviati in discarica o a termodistruzione per la difficoltà di essere selezionati manualmente, verranno inviati alla linea di selezione automatica, eventualmente  trattati nella linea di pre-sfilacciatura per il recupero delle fibre facilmente riutilizzabili ed inviati poi ad impianti di riciclo specializzati, in base alle caratteristiche dei materiali da lavorare.

«L’Hub Tessile nasce per rendere Prato ancora di più un modello di riferimento di economia circolare per il riutilizzo degli indumenti usati e degli scarti di lavorazione tessile – conclude Nicola Ciolini, vicepresidente di Alia Multiutility – Il distretto pratese, grazie all’Hub Tessile, sarà in grado di offrire al sistema manifatturiero italiano un valido supporto per superare le attuali difficoltà di approvvigionamento di materie prime destinate alla produzione. Questa mancanza sarà compensata dalle materie prime seconde derivanti da un riciclo».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.