Skip to main content

La Regione Toscana al lavoro contro il rischio alluvioni, il punto in Palazzo Strozzi Sacrati

Alle 11 di domani, domenica 3 novembre, l’intervento del presidente Eugenio Giani con l’assessora Monia Monni ed Erasmo D’Angelis
 |  Toscana

Nella notte tra il 3 e il 4 novembre 1966, dopo dieci giorni di pioggia incessante, l'Arno esondò a Firenze: un’onda alta tre metri percorre le vie della città alla velocità di 60 chilometri orari. Dai lungarni, trasformati in un unico fiume, il fango si riversò ovunque travolgendo case, chiese, edifici storici. Fu la prima, grande alluvione toscana di un trend che ormai la crisi climatica ha reso evidente, portando con sé nubifragi sempre più frequenti e intensi.

La cronaca di questi giorni mostra la violenza degli eventi meteo estremi in Spagna, dove la tempesta Dana ha portato danni per miliardi di euro e soprattutto ha ucciso oltre 200 persone nell’area di Valencia, con la conta dei morti che cresce di giorno in giorno. Esattamente un anno fa anche la Toscana ha dovuto fare i conti con un’alluvione devastante, che si è lasciata dietro danni per 2,7 miliardi di euro e 8 decessi, con gravi danni concentrati soprattutto nell’area della Piana fiorentina.

«Quello che abbiamo vissuto è stato un momento durissimo – commenta oggi il presidente della Regione, Eugenio Giani – ma la Toscana ha reagito con grande determinazione e unità. Abbiamo reagito grazie ai cittadini, alla forza delle istituzioni e alla solidarietà di chi si è messo al servizio della comunità. La Toscana è forte e capace di rialzarsi anche nei momenti più difficili. Dobbiamo continuare insieme, senza fermarci, e per questo faccio appello a tutti coloro che hanno avuto danni ma non hanno ancora caricato le spese sostenute sul portale online della Regione Toscana: fatelo perché prima caricherete le fatture, prima sarà possibile procedere all’istruttoria».

Sono infatti 8.646 le richieste di contributo dei cittadini già finanziate con oltre 23 milioni di euro di risorse regionali. Restano 600 soggetti che non hanno ancora comunicato l’Iban necessario per procedere al pagamento, e circa 300 casi particolari che i Comuni stanno gestendo direttamente. La pagina web da consultare per completare le procedure per il rimborso delle spese sostenute è regione.toscana.it/alluvione2023.

Nel mentre nei vari territori della Toscana colpiti dall’alluvione sono in corso oltre 600 interventi per la difesa del suolo e la salvaguardia del territorio, per un valore complessivo di circa 700 milioni di euro. In particolare oltre 400 interventi, per circa 600 milioni di euro, sono relativi alla mitigazione del rischio idraulico e circa 180 interventi, per oltre 90 milioni di euro, sono relativi al rischio frana.

«Abbiamo fatto molto – conclude Giani – ma dobbiamo fare ancora di più, anche per la prevenzione e la riduzione del rischio, a fronte di cambiamenti climatici che rendono gli eventi meteorologici estremi sempre più frequenti. Per questo abbiamo inviato al Governo un piano di ulteriori interventi da 1 miliardo di euro per la riduzione del rischio idraulico», anche se risorse nazionali su questo fronte ancora non si vedono.

Per esplorare più in dettaglio l’impegno profuso dalla Regione Toscana nella prevenzione del rischio idrogeologico e delle alluvioni, c’è in agenda alle 11 di domani – domenica 3 novembre – una conferenza stampa in Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati: parteciperanno il presidente Giani insieme all’assessora all’Ambiente della Regione Toscana, Monia Monni, e il presidente della Fondazione Earth and water agenda (Ewa), nonché direttore editoriale di greenreport, Erasmo D’Angelis. Sarà l’occasione per ricordare la grande alluvione di Firenze, oltre che per indagare cosa può fare oggi la Toscana per difendersi dalla crisi climatica in corso.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.