Regione Toscana, il nuovo Piano dell’economia circolare sarà approvato entro gennaio
Ieri nel Consiglio regionale della Toscana si è svolta una nuova giornata d’approfondimento sul Piano regionale dell’economia circolare (Prec), con l’obiettivo di «poter concludere auspicabilmente l’iter approvativo entro il mese di gennaio del 2025», in base a quanto affermato dalla presidente della commissione Ambiente, Lucia De Robertis.
A partire da uno stato dell’arte con ancora molte lacune – non solo per quanto riguarda la raccolta differenziata sul fronte dei rifiuti urbani, ma più in generale nell’assetto impiantistico di prossimità –, si tratta di concludere un iter legislativo iniziato nell’ormai lontano 2021 grazie agli sforzi dell’assessora all’Ambiente Monia Monni, per traguardare obiettivi ambiziosi: il Prec si concentra prevalentemente sulla gestione dei rifiuti urbani – gli speciali, come noto, per legge ricadono all’interno delle dinamiche di mercato –, ma puntando comunque a “la “teorica” autosufficienza regionale di trattamento dei rifiuti, ovverosia il conseguimento di condizioni che consentano il rispetto del principio di prossimità, annullando pertanto le quote di rifiuto esportato” per quanto riguarda gli speciali, oltre a perseguire il criterio di “tendenziale autosufficienza a livello di Ato per la gestione dei rifiuti urbani”.
La differenza tra la presenza o meno di nuovi impianti è resa plasticamente dalla distanza tra scenario inerziale (senza l’introduzione di specifiche nuove azioni) e programmatico.
Nell’anno a regime del piano (2028), lo scenario programmatico propone raccolta differenziata al 75% (contro il 65% dello scenario inerziale), riciclo dei rifiuti urbani al 65% (contro 44%) che sale al 71% nel 2035 (vs 48%), smaltimento in discarica per gli urbani inferiore all’1% (vs 36%).
Ampliando le osservazioni anche ai rifiuti speciali, spicca il dato sul fabbisogno agli smaltimenti in discarica per il periodo 2022-2028: 8,30 mln ton (tra urbani e speciali) nello scenario programmatico contro i 10,78 di quello inerziale.
Ma come si pensa di poter arrivare all’autosufficienza degli Ato entro il 2028? Lo ha chiesto il consigliere Marco Landi (Lega) affrontando anche il tema della localizzazione impiantistica, legata alla possibilità di poter accedere alle risorse europee. Da qui la richiesta di un quadro aggiornato sulle procedure autorizzate e su quelle in corso, rispettivamente 12 ed 8.
«Entro il 30 ottobre vi invito a presentare osservazioni e richieste, sulle quali gli uffici potranno entrare nel merito», ha sottolineato De Robertis, dando appuntamento alla seduta del 6 novembre, che avrà all’ordine del giorno l’audizione di Arpat, dopo quella del Nucleo unificato regionale di valutazione (Nurv) che si è svolta ieri.
Nel frattempo un dato è già certo, e riguarda la disponibilità (o meno) di 50 milioni di euro di risorse europee: «Nel corso del 2025, e solo successivamente all’approvazione del piano regionale dell’economia circolare – ha ricordato recentemente nel merito Monni – potranno essere emanati bandi per il finanziamento di impiantistica di recupero e di riciclo, nello specifico quelli legati ai 50 milioni vincolati proprio all’approvazione del piano». Una ragione in più, per il consigliere Francesco Gazzetti (Pd), per accelerare i tempi ed arrivare al più presto alla fine di un percorso importante per la Toscana.