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L’attaccamento dei cani verso i proprietari è molto simile a quello dei bambini verso i genitori

Università di Pisa: «E’ la prima volta che siamo riusciti a declinare più precisamente i vari stili di legame sottoponendo i cani a test molto simili a quelli usati per gli umani»
 |  Scienza e tecnologie

Secondo lo studio “Quantitative Behavioral Analysis and Qualitative Classification of Attachment Styles in Domestic Dogs: Are Dogs with a Secure and an Insecure-Avoidant Attachment Different?”, pubblicato su Animals MDPI da Giacomo Riggio, Angelo Gazzano Beatrice Carlone e Chiara Mariti, dell’università di Pisa, e dall’ungherese Borbála Zsilák, dell’Eötvös Loránd Tudományegyetem,  «Il modello di attaccamento che i cani sviluppano verso i proprietari è come quello dei bimbi verso i genitori o “prestatori di cura” (caregiver)». La ricerca si è aggiudicata il Rudy DeMeester Grant 2020, il premio annuale dell’European Society of Veterinary Clinical Ethology (ESVCE) per lo sviluppo di progetti nell’ambito dell’etologia clinica veterinaria.

Uno studio che è il frutto del lavoro svolto da circa 10 anni dal Dipartimento di scienze Veterinarie dell’ateneo pisano e la Mariti, ricercatrice senior del dipartimento dove si occupa soprattutto di etologia e di benessere degli animali d’affezione -  che ha partecipato allo studio in qualità di supervisore di Giacomo Riggio, primo autore dello studio, che ha svolto il lavoro nell’ambito del suo dottorato -  spiega: «Che da questo punto di vista i cani da compagnia avessero dei comportamenti simili a quelli dei bambini si sapeva già, questa però è la prima volta che siamo riusciti a declinare più precisamente i vari stili di legame sottoponendo i cani a test molto simili a quelli usati per gli umani».

Allo studio hanno partecipato 67 coppie di cani-proprietari che sono stati sottoposti a delle varianti dell’esperimento “Strange Situation procedure (SSP)” che viene utilizzato proprio per valutare gli stili di attaccamento dei bambini. I ricercatori hanno fatto entrare la coppia cane-proprietario in una stanza sconosciuta gestendo, secondo una sequenza codificata, l’entrata e l’uscita del proprietario o di un estraneo per capire la risposta dell’animale.

I ricercatori  italiani sottolineano che «E’ emerso così che la maggioranza dei cani, come del resto accade per i bimbi, mostra un attaccamento “sicuro”. Gli animali hanno cioè un moderato stress quando avviene una separazione involontaria, cioè il proprietario li lascia da soli, in un ambiente sconosciuto e si tranquillizzano non appena lo rivedono. C’è invece poi una minoranza di “insicuri” che non si calma o che manifesta il disagio attraverso una apparente indifferenza, come nel caso degli “insicuri evitanti”».

La Mariti conclude: «Lo studio degli stili di attaccamento tra cane e proprietario è ancora agli albori, se paragonato a quello in psicologia e psichiatria umana e tuttavia, se le ricerche dovessero condurre, come sembra che sia, a risultati simili a quelli riscontrati in ambito umano, avremmo una nuova chiave di lettura per capire alcuni disturbi comportamentali del cane con enormi implicazioni in termini di benessere animale».

Redazione Greenreport

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