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L’Ue premia la ricerca di frontiera dell’Università di Pisa sui microcircuiti elettronici flessibili

Fiori: «Il dispositivo conterrà microsensori di pH, temperatura e pressione in grado di monitorare l’eventuale insorgenza di nuovi tumori in tempo reale»
 |  Scienza e tecnologie

I finanziamenti europei alla ricerca in assoluto più competitivi, gli Erc, sono riconosciuti a un piccolo numero di progetti sulla sola base dell’eccellenza scientifica: eccellenza che stavolta è stata riconosciuta all’Università di Pisa per il progetto Skin2dtronics, messo in campo dal dipartimento di Ingegneria dell’informazione, che adesso sarà finanziato con 10 milioni di euro nei prossimi sei anni per sviluppare una tecnologia all’avanguardia che permetta la costruzione di microcircuiti elettronici su materiali deformabili e ultra flessibili.

Si tratta di un synergy grant, che premia progetti così innovativi e ambiziosi da richiedere, per avere successo, la stretta collaborazione e l’integrazione delle conoscenza di un gruppo di scienziati. Oltre a Gianluca Fiori – docente di Ingegneria elettronica all’Università di Pisa – il team di Skin2dtronics è composto da Andreas Kis, Epfl Losanna (Scuola politecnica federale), Andres Castellano Gomez, Csic Madrid (Consiglio superiore per la ricerca scientifica) e Kostas Kostarelos, Icn2 Barcellona (Istituto catalano di nanoscienza e nanotecnologia).

«L’idea alla base di Skin2dtronics è che l’elettronica può essere integrata, letteralmente, ovunque – dichiara Fiori – Puntiamo a sviluppare elettronica flessibile spessa meno di un micron, e collocabile su ogni tipo di superficie, indipendentemente da forma, irregolarità e consistenza. Questo può aprire  la strada a una grandissima gamma di applicazioni, incluso  l’ambito medico. Nello specifico, ci occuperemo dello sviluppo di un dispositivo elettronico flessibile e biocompatibile in grado di monitorare la recrudescenza di tumori molto aggressivi come il glioblastoma, un tumore al cervello che attualmente ha un’altissima percentuale di mortalità, perché i monitoraggi periodici per stabilire la recrudescenza sono molto dilazionati nel tempo, dovendo utilizzare una tecnica molto costosa come la  risonanza magnetica.

Il dispositivo elettronico che metteremo a punto potrà essere inserito direttamente nella cavità lasciata nel cervello dopo la rimozione chirurgica del tumore, e, grazie alla sua flessibilità e adattabilità, potrà aderire perfettamente ai bordi della cavità. Il dispositivo conterrà microsensori di pH, temperatura e pressione in grado di monitorare l’eventuale insorgenza di nuovi tumori in tempo reale».

Per il 2024 in tutta Europa sono stati riconosciuti 56 grant a fronte di 548 progetti presentati, a testimonianza dell’altissima selettività del finanziamento.

«Un riconoscimento come questo – commenta il direttore del dipartimento di Ingegneria dell’informazione, Sergio Saponara – testimonia l’eccellenza della ricerca all’interno del nostro dipartimento, e il suo grande impatto sulla società e sul sistema produttivo. Da molti anni i nostri ricercatori sono al lavoro per sviluppare tecnologie per una società sempre più digitale. Tutta l’attività del Dipartimento dedicata al futuro si svolge all’interno del nostro laboratorio FoReLab, in cui una ricerca altamente integrata e interdisciplinare punta a fornire gli strumenti per una società e una industria 5.0, in cui dispositivi e tecnologia sono pensati e ritagliati sui bisogni delle persone. Grazie al finanziamento dell’Erc synergy grant potremo mettere a punto una generazione di nuovi dispositivi, in pratica una nuova industria dell'elettronica, con applicazioni centrate sui pazienti, come dispositivi wearable e applicazioni medicali».

Redazione Greenreport

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