Nel Mar Ligure una stazione scientifica a 621 metri di profondità, per studiare il cambiamento climatico
Le profondità marine sono state raggiunte da tempo dalla crisi climatica in corso, che innalza sempre più le temperature anche sott’acqua, mettendo conseguentemente in crisi ecosistemi molto delicati: l’ultimo aggiornamento del rapporto Mare caldo, condotto da Greenpeace, documenta ad esempio che il 95% dei fondali di Portofino è ricoperto di mucillagine.
Un contesto sempre più critico, che è indispensabile studiare da vicino. Per questo è stata rimessa in mare il Levante canyon mooring, la stazione profonda del Lab Mare, il progetto del Distretto ligure delle tecnologie marine realizzato per lo studio degli effetti dei cambiamenti climatici, la mitigazione dei rischi naturali e la protezione degli ecosistemi marini portato avanti in sinergia con l’Istituto idrografico della Marina, Ingv, Enea e Cnr Ismar: sforzo collettivo che ha visto la collaborazione di tutti gli attori, insieme alla Regione Liguria, la Marina Militare e la Capitaneria di Porto
La stazione profonda, posizionata nel 2019 nel canyon di levante nel Mar Ligure orientale, è stata così ricollocata da una profondità di -621 metri, allo scopo di monitorare la circolazione marina all’interno del canyon, con la misurazione di correnti, temperatura, salinità, ossigeno.
Il mooring è costituito, in particolare, da due sonde Ctd per monitorare salinità e temperatura a due profondità, una vicina al fondo e una intermedia, profilatori di corrente, una trappola per sedimenti. Al momento continua così la raccolta dei dati, che al termine di un monitoraggio nel tempo lungo permetterà di elaborare una sintesi in grado di svelare le tendenze di questo angolo di mare vicino alle Cinque Terre all’interno del santuario dei cetacei Pelagos.
Il riposizionamento è stato inoltre occasione per la trasmissione della scienza e competenze a un gruppo di studenti alle facoltà scientifiche marine del Consorzio nazionale interuniversitario per le scienze del mare – in arrivo dagli atenei di Napoli e Bologna – e dell’Istituto idrografico, insieme a tecnici della Stazione zoologica Anton Dohrn per assistere alle operazioni tecniche di messa in posa e ai laboratori portati avanti dai ricercatori: carotaggio del fondo, campionamento dell’acqua e analisi dell’ossigeno disciolto in un laboratorio allestito ad hoc.
Al largo delle Cinque Terre, nelle acque del Comune di Bonassola – che ha concesso le autorizzazioni necessarie –, i ricercatori coinvolti hanno trascorso alcuni giorni all’insegna della ricerca: il Mooring è diventato il punto di partenza di un laboratorio aperto alla sperimentazione e alla condivisione dei dati; un caso pilota in cui, oltre ai soggetti già coinvolti, potranno essere inseriti altre realtà ed enti di ricerca impegnati nell’osservazione e nello studio degli ambienti marini profondi.