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Un aiuto per il fegato dai germogli della salicornia

Studio italiano realizzato nell’ambito del progetto europeo HaloFarMs
 |  Scienza e tecnologie

Secondo lo studio “Assessment of the Antioxidant and Hypolipidemic Properties of Salicornia europaea for the Prevention of TAFLD in Rats”, pubblicato su Antioxidants da un team di ricercatori delle università di Pisa e Bologna, dell’IBBA-CNR e della Scuola Superiore Sant’Anna, «L’estratto dei germogli di Salicornia europaea è un rimedio per prevenire la steatosi epatica, conosciuta anche come “fegato grasso”, una condizione frequente e spesso asintomatica che però in alcuni casi può arrivare a compromettere l’organo e la sua funzionalità».
Lo studio che rivela le virtù depurative di questa pianta mediterranea sempre più amata dagli chef è stato condotto nell’ambito del progetto europeo HaloFarMs, finanziato dal ministero dell’università e della ricerca e dal Programma PRIMA, la Partnership per l’innovazione del settore idrico e agro-alimentare nell’area mediterranea promossa dall’Unione europa con la partecipazione di 19 Paesi.
Alla base di HaloFarMs c’è l’idea di sviluppare e ottimizzare nuovi sistemi di agricoltura sostenibile basati sull'uso delle piante alofite. i Ricercatori spiegano che «Oltre a desalinizzare il suolo, le alofite vengono studiate per impiegarle nell'industria cosmetica, alimentare e veterinaria. L'adozione da parte degli agricoltori dei risultati del progetto ha così l’obiettivo di diminuire la salinizzazione del suolo, aumentare le rese dei terreni senza esaurire le risorse di acqua dolce, e diversificare le fonti di reddito».
Per la prima volta scienziati e scienziate hanno dimostrato che «Le foglie più giovani di salicornia hanno livelli significativamente più alti di composti bioattivi, come polifenoli totali, flavonoidi, flavonoli e antociani rispetto a quelle più vecchie».
Una delle autrici dello studio, Annamaria Ranieri dell’università di Pisa, sottolinea che «Alla luce di questi risultati, la salicornia emerge come un alimento prezioso da inserire nei pasti, soprattutto per coloro che soffrono di malattie cardiovascolari, disturbi epatici e steatosi»,
La salicornia è una pianta alofita, capace cioè di vivere in terreni salini e marginali in condizioni proibitive per la maggior parte della vegetazione e ha quindi una importantissima funzione ecologica: con a sua capacità di estrarre i sali dal suolo contrasta l’impoverimento idrico dei terreni. All’ateneo pisano ricordano che «Attualmente circa 18 milioni di ettari nel mondo, che corrispondono al 25% del totale delle terre irrigate nell’area Mediterranea e al 7% della superficie totale del pianeta, sono colpite dal fenomeno della salinità».
La Ranieri conclude: «Oltre a questo fondamentale ruolo ecosistemico, la salicornia è quindi un alimento che può avere una funzione importante nella dieta, come emerge dalla nostra ricerca gli estratti di questa pianta testati su modelli animali evidenziando un recupero completo dalla steatosi epatica».

Redazione Greenreport

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