La grande eruzione dei Campi Flegrei non è stata così importante per l’innovazione culturale
Un team internazionale di ricercatori guidati da Armando Falcucci (Università di Tubinga, Germania) e Adriana Moroni (Università di Siena) ha analizzato le tracce culturali lasciate dai gruppi di Homo sapiens nella Grotta di Castelcivita (Salerno) prima della grande eruzione dell’Ignimbrite Campana, originata nei tuttora attivi Campi Flegrei circa 40.000 anni fa e considerata la più potente mai registrata nel Mediterraneo.
I risultati dello studio, pubblicati su Scientific reports, rivelano che cruciali cambiamenti comportamentali tra i primi Homo sapiens in Europa sono avvenuti ben prima della grande eruzione vulcanica nei Campi Flegrei di 40 mila anni fa, tradizionalmente ritenuta responsabile di innovazioni culturali nei nostri antenati, racchiusi nelle società di cacciatori-raccoglitori del Paleolitico superiore.
I ricercatori sono stati infatti in grado di dimostrare che lo sviluppo culturale a Castelcivita precede la deposizione degli strati vulcanici, sfidando così speculazioni di lunga data secondo le quali eventi naturali improvvisi determinerebbero cambiamenti comportamentali considerevoli nel corso dell'intera preistoria umana.
Lo studio ipotizza al contrario che le innovazioni registrate in Homo sapiens siano derivate da meccanismi di trasmissione culturale e contatti su larga scala estesi fino a oltre le Alpi.
Dalla preistoria all’attualità, quella dei Campi Flegrei resta un’area vulcanica monitorata molto da vicino: neanche un mese fa si è registrato un intenso sciame sismico, con la più forte scossa di terremoto da quarant’anni, che ha riacceso comprensibili timori nella popolazione locale; ancora una volta, le risposte messe in campo dal Governo in termini di prevenzione restano però ampiamente insufficienti a cogliere la portata della sfida per la sicurezza della popolazione posta dai Campi Flegrei.