Euro 7 e pneumatici: cosa prevede la nuova normativa europea
Lo scorso aprile il Consiglio dell'Unione Europea ha ufficialmente adottato il nuovo regolamento Euro 7, uno standard normativo volto a limitare l'impatto ambientale di autovetture, furgoni e autocarri. Il testo, spiega il sito ufficiale dell'organo comunitario, "mira a ridurre ulteriormente le emissioni di inquinanti atmosferici dai fumi di scarico e dai freni. Il nuovo regolamento stabilisce inoltre prescrizioni più rigorose relative alla durata di vita". Rispetto ai provvedimenti precedenti, non solo vengono introdotti limiti di emissioni più severi ma vengono regolamentati per la prima volta fattori di impatto; tra questi figura l'abrasione degli pneumatici, che produce microplastiche che tendono a disperdersi nell'ambiente.
Dal 2028 l'omologazione degli pneumatici conformi
Nella sostanza, il regolamento Euro 7 imporrà ai produttori di sviluppare pneumatici più duraturi, ovvero in grado di resistere maggiormente all'attrito dovuto al contatto con il manto stradale durante il rotolamento. Nei documenti pubblicati dalla Commissione Europea, si fa riferimento alle "emissioni evaporative e quelle prodotte dall'abrasione degli pneumatici", distinguendole da quelle dello scarico, come uno dei parametri di impatto che i costruttori dovranno rilevare e limitare, in conformità con quanto disposto dalla nuova normativa.
"A decorrere dal 1º luglio 2028" - si legge nel documento riepilogativo del 3 aprile 2024 - "le autorità nazionali rilasciano l'omologazione UE per un componente o un'entità tecnica indipendente solo ai nuovi tipi di pneumatici di classe C1 conformi" mentre "a decorrere dal 1º luglio 2030, le autorità nazionali vietano l'immissione sul mercato di pneumatici di classe C1 non conformi al regolamento e vietano l'immatricolazione di veicoli nuovi dotati di pneumatici di classe C1, se gli pneumatici non sono conformi". Ciò nonostante, i prodotti non conformi all'Euro 7 potranno comunque essere immessi in commercio fino al 30 giugno 2032 (mentre per quelli di classe C2 il termine è al 30 giugno 2034).
Nel frattempo, la Commissione dovrà definire i metodi e i criteri di misurazione dell'abrasione degli pneumatici, oltre a fissare i limiti massimi consentiti in via definitiva; al momento, è al vaglio una proposta per limitare le emissioni di particolato (PM10) a 3 mg/kg, relativamente alla particelle con diametro non superiore a 10 micron.
L'impatto sul mercato
In attesa che il regolamento prenda forma in maniera definitiva, è indubbio che i provvedimenti della Commissione Europea avranno un impatto sulle dinamiche di mercato di tutto il settore. Attualmente, le tipologie di pneumatico si divisono tra stagionali e multistagionali; le prime sono progettate per l'utilizzo estivo o invernale, le seconde rappresentano una sorta di compromesso che garantisce una maggiore versatilità. Non a caso, negli ultimi anni, le gomme auto 4 stagioni sono diventate facilmente reperibili anche online, grazie a rivenditori specializzati come Euroimportpneumatici, in funzione di una crescente richiesta da parte dei consumatori.
Questo aspetto potrebbe essere di particolare rilevanza per i futuri sviluppi di mercato, dal momento che gli pneumatici '4 stagioni' vengono impiegati per tutto l'anno solare (al pari di quelle invernali, almeno in Italia); ciò implica una maggiore esposizione all'abrasione, dalla quale scaturisce un'usura. I produttori, quindi, dovranno coniugare le proprie esigenze commerciali con l'evoluzione del mercato, all'interno di un quadro normativo che prevede limitazioni specifiche. In realtà, già da tempo la maggior parte delle aziende investe in sviluppo e ricerca per migliorare la sostenibilità dei propri prodotti da ogni punto di vista. Gli pneumatici del futuro dovranno per forza di cose essere più 'green', ma ci sono diversi modi per perseguire il medesimo obiettivo: sviluppare mescole più resistenti all'abrasione, rendere le gomme più durature allungandone la vita 'utile', ridurre l'impiego di materie prime vergini a favore di materiali di origine naturale (alcuni esperimenti coinvolgono scarti agricoli, gomma naturale, olii e fibre vegetali).