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Occorre accelerare: senza porti attrezzati l'eolico offshore non potrà partire

A un anno di distanza dalla legge che doveva individuare due porti nel Mezzogiorno per dare il via a un polo nazionale di settore, il decreto attuativo ancora non si vede
 |  Nuove energie

Il decreto-legge 09/12/2023, n. 181 “Disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia ed altro…”, all’art. 8, inquadra le “misure per lo sviluppo della filiera relativa agli impianti eolici galleggianti in mare”.

Il legislatore motiva questa scelta con la finalità di promuovere idonee misure finalizzate al raggiungimento dell'autonomia energetica nazionale e di sostenere gli investimenti nelle aree del Mezzogiorno, mediante la creazione di un polo strategico nazionale nel settore della progettazione, della produzione e dell'assemblaggio di piattaforme galleggianti e delle relative infrastrutture elettriche, funzionali allo sviluppo della cantieristica navale per la produzione di energia eolica in mare.

Lo stesso legislatore, inoltre, ha stabilito che entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto in questione, il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica pubblica un avviso volto alla acquisizione di manifestazioni di interesse per la individuazione, allo scopo, di almeno due porti del Mezzogiorno rientranti nelle Autorità di sistema portuale che, mediante gli strumenti di pianificazione presenti in ambito portuale, provvedano alla realizzazione di infrastrutture idonee a garantire lo sviluppo degli investimenti del settore.

Ricordiamo che è stato anche stabilito che entro centoventi giorni dalla scadenza del termine, con decreto del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto, per gli aspetti di competenza, con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentiti il Ministro della difesa, il Ministro per la protezione civile e le politiche del mare e le regioni territorialmente competenti, vengano individuate le aree demaniali marittime.

Il decreto in esame individua gli interventi infrastrutturali da effettuare nelle suddette aree, anche sulla base di una analisi di fattibilità tecnico-economiche dei tempi di realizzazione degli interventi medesimi nonché le modalità di finanziamento degli stessi interventi individuati, nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente.

Il legislatore non tralascia nulla, e si spinge fino a dettagliare a chi affidare l'attività di regolamentazione dei movimenti delle unità in mare, per il controllo del rispetto delle regole ambientali e per la vigilanza ai fini della sicurezza della navigazione nelle aree demaniali marittime in cui sono (verranno) realizzati parchi eolici galleggianti. Il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica si avvale del personale e dei mezzi del Corpo delle capitanerie di porto-Guardia costiera, naturale collettore istituzionale per tutte le questioni marittime e portuali, che spaziano dalla sicurezza della navigazione fino alla tutela dell’ambiente marino.

Segnaliamo, infine, la legge di conversione data 2 febbraio 2024 (la n.11). A un anno esatto dall’approvazione, ancora non abbiamo notizia del decreto che, almeno a parole, aveva assunto un’importanza fondamentale ed effettivamente, a nostro parere, ce l’ha davvero e però rimane ancora incagliata nelle mangrovie della burocrazia ministeriale.

Naturalmente, l’atteso decreto attuativo non è da considerare quale punto di arrivo ma costituirebbe semmai il punto di partenza per iniziare a realizzare quelle complesse infrastrutture, necessarie alla realizzazione della logistica occorrente per assemblare gli aerogeneratori che successivamente andrebbero posizionati in mare; oltre ai convegni e alle tavole rotonde si deve iniziare ad agire e programmare, creando un centro di coordinamento nazionale in grado di programmare e seguire tutte le attività necessarie alla logistica offshore, che spaziano dall’adeguamento dei tiranti d’acqua esistenti nei porti, al rafforzamento delle banchine che dovranno sostenere strutture alte fino a 300 metri e che dislocano diverse migliaia di tonnellate ciascuna.

Infine, un appello all’armamento italiano affiche valuti di dotarsi di unità navali attrezzate ad impiantare aerogeneratori in mare: non ne abbiamo neanche una nel Mediterraneo, mentre quelli esistenti sono oberate di lavoro per installare campi eolici offshore nel Mar del Nord.

Senza strumenti adeguati la transizione energetica rischia di essere un contenitore vuoto: tutti sappiamo, invece, quanto sia importante sviluppare il settore dell’eolico offshore as soon as possible.

Aurelio Caligiore, Ammiraglio Ispettore del Corpo della Guardia Costiera

Da oltre trent’anni Ufficiale della Marina Militare del Corpo della Guardia Costiera, l’Ammiraglio Ispettore Aurelio Caligiore è da sempre impegnato in attività legate alla tutela dell’ambiente. Nell’ultimo decennio è stato Capo del Reparto ambientale marino delle Capitanerie di Porto (RAM) presso il ministero dell’Ambiente. Attualmente è Commissario presso la Commissione Pnrr-Pniec del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase).