
I geologi aprono all’uso della geotermia nel Lazio per produrre elettricità e calore

In queste ore, anche in Italia, il dibattito sull’energia è molto presente. La geotermia nel Lazio rappresenta una risorsa strategica che può essere valorizzata sia per la produzione di energia elettrica sia per applicazioni dirette nel riscaldamento e raffrescamento.
Comprendere la distinzione tra geotermia a bassa, media e alta entalpia è fondamentale per apprezzare le diverse modalità di utilizzo. L’alta entalpia, caratterizzata da temperature superiori ai 150°C, è tipica di aree con anomalie geotermiche, come quelle vulcaniche, e consente la produzione di energia elettrica attraverso impianti di grandi dimensioni, come nel caso della centrale di Larderello in Toscana. La media entalpia, con temperature comprese tra 90°C e 150°C, è impiegata sia per la generazione elettrica con sistemi binari sia per il teleriscaldamento e altre applicazioni industriali. Diversamente, la geotermia a bassa entalpia sfrutta il calore costante del sottosuolo, disponibile già a partire dai primi metri di profondità, per la climatizzazione di edifici e la produzione di acqua calda sanitaria. Questo sistema, che non dipende dalla presenza di anomalie geologiche, può essere adottato sia da aziende che da privati, eliminando la necessità di combustibili fossili e riducendo le emissioni in atmosfera.
Le attività geotermiche devono essere studiate, calibrate e monitorate nel tempo con rigore scientifico. La ricerca dimostra che la coltivazione geotermica, se condotta secondo protocolli tecnici avanzati, non rappresenta un fattore di rischio significativo per l’attività sismica naturale, nemmeno in aree caratterizzate da vulcanismo quiescente come i Colli Albani. Il monitoraggio costante delle pressioni nei serbatoi geotermici e una gestione attenta delle reiniezioni garantiscono la sicurezza e la stabilità del sottosuolo.
Per quanto riguarda l’eventuale emissione di gas come CO₂, H₂S e Radon, i moderni impianti geotermici adottano tecnologie di abbattimento e reiniezione che minimizzano la dispersione in atmosfera rendendo il processo estremamente controllato e sicuro. Il confronto con esperienze consolidate dimostra che queste emissioni sono gestibili e non rappresentano un pericolo per l’ambiente o la salute umana.
L’interazione con le falde acquifere, in particolare con il Lago di Albano, dipende esclusivamente dalla tipologia di impianto. Un’accurata analisi idrogeologica e un sistema di monitoraggio costante assicurano che l’equilibrio del sottosuolo venga preservato.
È necessario superare diffidenze ingiustificate e aprirsi a tecnologie poco diffuse e poco conosciute, come la geotermia, che offrono opportunità concrete per la transizione energetica. La geotermia non è solo una possibilità, ma una risorsa che deve essere incentivata e promossa. Creare momenti di confronto e dibattito per spiegare ai non addetti ai lavori il potenziale di questa energia sostenibile è essenziale per favorire una diffusione consapevole della geotermia e delle sue applicazioni. L’esperienza dimostra che con una gestione attenta e un monitoraggio continuo, i benefici della geotermia possono essere sfruttati in modo efficace e sicuro, contribuendo alla riduzione delle emissioni e all’indipendenza energetica del Paese.
di Simonetta Ceraudo, presidente dell’Ordine dei geologi del Lazio
