Skip to main content

Nucleare, ritardi e poca chiarezza sui costi: la Corte dei conti francese punta il dito contro gli Epr 2

Mentre Électricité de France testa il nuovo reattore di Flamanville 3, i magistrati contabili evidenziano «una deriva sistematica dei calendari e delle spese». E poi: «I reattori Epr in attività in Cina e in Finlandia hanno subito delle disfunzioni, un danno per la credibilità del programma Epr 2»
 |  Nuove energie

Dopo 17 anni di lavori e costi schizzati a 19,1 miliardi di euro, ovvero sei volte la cifra preventivata originariamente, la Francia a dicembre ha connesso alla rete elettrica l’impianto nucleare di Flamanville 3. È passato un quarto di secolo dall’inaugurazione dell’ultima centrale d’Oltralpe, quando entrò in funzione l’impianto di Civaux (completato nel 1999). Il problema, al di là del fatto che i costi sono lievitati così tanto e del fatto che investendo sulle rinnovabili la Francia avrebbe risparmiato notevolmente, è che le nuove strategie del nucleare non mettono al riparo rispetto a una serie di problemi, non ultimo di carattere economico. A segnalarlo non sono associazioni no-nuke ma la Corte dei conti francese con un corposo documento dal titolo molto esplicito - «Il settore Epr: una dinamica nuova, rischi persistenti» - e contenente tra l’altro un «rapporto pubblico tematico» e una «valutazione di politica pubblica». 

Già dalle prime righe delle 97 pagine del rapporto, l’organismo incaricato di verificare la regolarità dei conti pubblici ricorda che in una precedente relazione (del 2020) sugli Epr – ovvero i reattori conosciuti internazionalmente come Evolutionary Power Reactor e chiamati in Europa European Pressurised Reactor – la Corte ha evidenziato «una serie di carenze e di errori che spiegano, in particolare, i ritardi e i notevoli superamenti dei costi dei progetti di reattori nucleari di nuova generazione, noti come Epr, in costruzione e in particolare a Flamanville». La Électricité de France (Edf) ha fatto sapere che la fase di test del nuovo reattore Epr lì presente dovrebbe concludersi la prossima estate, ma intanto la Corte dei conti richiama quanto avvenuto nel frattempo. «Per evitare che queste difficoltà non si ripetano e compromettano il futuro dell’industria nucleare francese, in un contesto di profonda ristrutturazione dopo il quasi fallimento del gruppo Areva, la Corte aveva formulato nove raccomandazioni». Di queste, viene sottolineato, quella «fondamentale, che chiede la redditività di Flamanville 3 e dell’Epr 2, nonché di monitorarla, non è stata attuata».

L’organismo composto da magistrati contabili francesi non è ovviamente antinuclearista, nel documento si sottolinea che negli ultimi anni «l’industria nucleare ha beneficiato di un contesto internazionale più promettente» e si ricorda che «il governo ha annunciato nel febbraio 2022 un programma di costruzione di tre coppie di reattori Epr 2». I problemi però non mancano e viene anche segnalato che stanno emergendo «feedback che evidenziano una deriva sistematica dei calendari e dei costi». E non solo in Francia. Ecco l’elenco stilato dalla Corte dei conti francese: «Oltre alle derive del cantiere di Flamanville 3, i reattori Epr in attività in Cina (Taishan 1 e 2) e in Finlandia (Olkiluoto 3) hanno subito, negli ultimi anni, delle disfunzioni tecniche, con impatti finanziari importanti le cui conseguenze sono state dannose per la credibilità del programma Epr 2. In Gran Bretagna, sul cantiere di Hinkley Point, Edf si trova di fronte a un forte aumento dei costi accompagnato da un nuovo ritardo di due anni, nonché a un pesante vincolo di finanziamento aggiuntivo causato dal ritiro del co-azionista cinese. Per quanto riguarda il nuovo progetto di Epr a Sizewell, i ritardi si stanno già accumulando, con le prime conseguenze negative in termini organizzativi e finanziari. La Corte raccomanda di non approvare una decisione finale di investimento in questo progetto prima di ottenere una riduzione significativa dell’esposizione finanziaria di Edf nel cantiere di Hinkley Point. La Corte raccomanda inoltre di assicurarsi che qualsiasi nuovo progetto internazionale nel campo del nucleare generi guadagni quantificati e non ritardi il calendario del programma Epr 2 in Francia».

Non è dunque un’azione contro il programma nucleare, ma è una serie di raccomandazioni che segnala quanto debba rimanere alto il livello d’attenzione e quante siano numerose e importanti le criticità in campo. La Corte riconosce che il settore industriale ha iniziato a organizzarsi per attuare la strategia annunciata dal governo Macron nel 2022, ma sottolinea che «la filiera industriale nucleare rimane tuttavia esposta a rischi persistenti». La conclusione: «Il programma Epr 2 è caratterizzato da un ritardo nella progettazione, dall’assenza di un preventivo e di un piano di finanziamento, mentre Edf rimane fortemente indebitata. Le condizioni di finanziamento di questo programma non sono ancora state definite, la redditività del programma Epr 2 rimane ad oggi sconosciuta. Questi tempi e incertezze, che riguardano anche il numero di centrali da costruire, rispondono in modo imperfetto alle aspettative degli attori del settore».

Simone Collini

Dottore di ricerca in Filosofia e giornalista professionista. Ha lavorato come cronista parlamentare e caposervizio politico al quotidiano l’Unità. Ha scritto per il sito web dell’Agenzia spaziale italiana e per la rivista Global Science. Come esperto in comunicazione politico-istituzionale ha ricoperto il ruolo di portavoce del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel biennio 2017-2018. Consulente per la comunicazione e attività di ufficio stampa anche per l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, Unisin/Confsal, Ordine degli Architetti di Roma. Ha pubblicato con Castelvecchi il libro “Di sana pianta – L’innovazione e il buon governo”.