Dl ambiente: emendamenti sul fine vita dei pannelli fotovoltaici mettono a rischio la sostenibilità del sistema di riciclo
Il Consorzio ERP Italia, uno dei principali Sistemi Collettivi senza scopo di lucro attivi su tutto il territorio nazionale nella gestione regolamentata dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) e dei rifiuti di pile e accumulatori, insieme a PV Cycle Italia Consorzio , sistema collettivo specializzato in servizi di conformità normativa e gestione dei rifiuti per i Produttori ai sensi della Normativa RAEE e della Normativa Pile e Accumulatori, sono molto preoccupati per alcuni emendamenti presentati in Commissione ambiente del Senato nell’ambito del Decreto-legge Ambiente.
Secondo i due consorzi gli emendamenti «Rischiano di scardinare l’attuale sistema di finanziamento dei pannelli fotovoltaici che prevede l’istituzione di un trust che viene alimentato con i contributi dei Produttori finalizzati a garantire fondi per il finanziamento una volta giunti a fine vita.
I due Consorzi invitano il Parlamento a »Respingere gli emendamenti relativi al trust, in particolare i numeri 4.54 - 4.55 – 1.01 – 1.02, presentati per modificare il decreto Ambiente, preservando una normativa che colloca l’Italia all’avanguardia nella tutela ambientale e la mette al sicuro da possibili procedure di infrazione da parte dell’Unione europea.
Alberto Canni Ferrari, procuratore speciale del Consorzio ERP Italia ed Head of ERP Southern Europe spiega: «Il mercato dei moduli fotovoltaici è caratterizzato da una certa volatilità in funzione degli incentivi statali che spingono le vendite in determinati periodi. I soggetti attivi sul mercato spesso vendono attraverso società di scopo che cessano la loro attività al termine delle commesse: è quindi necessario recuperare i fondi nel momento dell’immissione in quanto in futuro, se si applicasse un regime di finanziamento generazionale - adatto per mercati maturi e “di sostituzione” dove c’è una base stabile di Produttori, quali ad esempio il settore degli elettrodomestici come frigoriferi e lavatrici - si creerebbero significativi squilibri che potrebbero minare la sostenibilità del sistema. Riteniamo quindi che lo strumento del trust debba essere non solo confermato, ma potenziato, ad esempio definendo - come fatto in passato dal GSE che tra l’altro nel 2012 quando istituì il requisito del trust completò delle analisi di mercato che confermarono come ottimale un regime di finanziamento a garanzia - eco-contributi minimi per pannello o quantomeno che vi siano criteri di congruenza dell’eco-contributo stesso rispetto ai costi da sostenere. Inoltre, è fondamentale che venga certificato l’effettivo trasferimento dei fondi ai trust, ad esempio coinvolgendo società di revisione accreditate ed infine che siano definite regole per gli investimenti di tali fondi improntate a criteri di prudenza al fine di garantire il capitale versato«.
Per i due Consorzi, la normativa in vigore offre una soluzione perfetta per il settore dei pannelli fotovoltaici relativamente alla responsabilità estesa del produttore che deve assumersi l’onere del fine vita rispetto all’immissione sul mercato.
Rosa Narcisi, country manager di PV Cycle Italia Consorzio, conclude: «Il rischio di abrogazione del trust ed il passaggio ad un sistema generazionale ci preoccupa in particolar modo; infatti, l’applicazione di un finanziamento generazionale non garantirebbe una gestione corretta e mirata. Una gestione separata dei pannelli fotovoltaici, prevedendo un raggruppamento specifico, permetterebbe di trattare questi rifiuti in filiere specializzate, ottimizzando il recupero delle materie prime. Questo approccio favorirebbe il calcolo accurato del tasso di ritorno dei pannelli, senza influire sugli altri RAEE. Sarebbe inoltre auspicabile creare un sistema di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) autonomo rispetto alla gestione degli altri rifiuti e che preveda non solo i pannelli fotovoltaici bensì l’intero comparto energetico, coinvolgendo i Produttori di inverter e sistemi di accumulo nel finanziamento della gestione dei rifiuti generati dai loro prodotti, garantendo così un modello responsabile e trasparente, evitando disparità di trattamento».