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La Repubblica democratica del Congo ha annullato l'asta di 27 blocchi petroliferi

Greenpeace Afrique chiede al governo congolese di fermare completamente le concessioni petrolifere
 |  Nuove energie

Il 28 luglio del 2022 il governo Repubblica Democratica del Congo (RDC) aveva indetto una gara per la concessione di diversi blocchi petroliferi e il 23 luglio 2023 una Commissione ad hoc aveva valutato le offerte, rilevando mancanza di candidature, offerte non ricevibili, inappropriate e irregolari e documentazione presentata oltre la scadenza. Per questo, pochi giorni fa, il ministro degli idrocarburi della RDC, Aimé Molendo Sakombi, ha dichiarato «L’annullamento del processo in corso» e ha però deciso anche di avviare «senza indugio» una nuova procedura per riavviare le gare per gli stessi blocchi.

Lanciate dall'ex ministro degli Idrocarburi Didier Budimbu, le gare d'appalto per 27 blocchi di petrolio e 3 blocchi di gas hanno incontrato l'opposizione di diverse organizzazioni della società civile congolese. L'annullamento di queste gare d'appalto, due anni dopo, rappresenta un barlume di speranza. Greenpeace Afrique ha accolto con favore la decisione del governo della RDC di interrompere il processo di offerta per 27 blocchi petroliferi: «Questa mossa è un progresso cruciale per la protezione dell'ambiente e la giustizia climatica in tutta l'Africa. Tuttavia, questa tregua potrebbe essere di breve durata, poiché il Ministero degli Idrocarburi ha lasciato intendere in un comunicato stampa che prevede di riprendere il processo "senza indugio". Greenpeace Africa resta impegnata a continuare i suoi sforzi di advocacy, mantenendo un dialogo costruttivo con il governo congolese, con l'obiettivo di garantire che questa recente decisione significhi davvero la fine delle gare d'appalto per il blocco petrolifero nella RDC«.

La decisione del ministero degli Idrocarburi  della RDC di annullare le gare d'appalto è anche il frutto di una significativa reazione dell’opinione pubblica e dalle preoccupazioni espresse dai gruppi ambientalisti in sui  potenziali impatti negativi sulla biodiversità, sulle comunità locali e sul clima globale.

Per Bonaventure Bondo, forest campaigner per il bacino del Congo di Greenpeace Afrique, «Questa decisione segna una vittoria significativa, anche se temporanea, che deriva dai coraggiosi sforzi di advocacy guidati da Greenpeace Africa dal 2022 contro questa iniziativa. Chiediamo al governo congolese di concentrarsi sugli investimenti e sulla promozione delle fonti di energia rinnovabile invece di avviare una nuova procedura di gara per i blocchi petroliferi, che non farebbe altro che ricreare lo stesso clima di incertezza che ha afflitto il Paese negli ultimi due anni».

Greenpeace Afrique rivela che «Inoltre, sono state identificate discrepanze tra il contenuto della nota tecnica presentata al Consiglio dei Ministri l'11 ottobre 2024, in cui il ministero degli Idrocarburi ha annunciato la fine della procedura di gara per 27 blocchi petroliferi  e 3 blocchi di gas, e il comunicato ufficiale pubblicato sul sito web, che si riferisce solo alla cancellazione dei 27 blocchi petroliferi. Queste incongruenze, insieme all'indicazione della stessa nota che l'imminente processo pianificato dal Ministero sarà limitato, a differenza della precedente gara aperta, sollevano preoccupazioni sulla trasparenza della futura procedura».

Bondo  conclude: «Le gare d'appalto ristrette destano preoccupazione, a causa della loro vulnerabilità alla corruzione che può minare la trasparenza dell'intero processo. Esortiamo il governo a interrompere tutti i progetti legati agli idrocarburi nelle foreste del bacino del Congo e a non ricadere nelle insidie del passato, che sono costate milioni ai contribuenti congolesi».

Redazione Greenreport

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