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WindEurope ai governi dei Paesi Ue: adottare le norme previste per semplificare il repowering dell’eolico

Le misure per promuovere il repowering in linea con le norme comunitarie. ANEV: favorire il repowering anche in Italia
 |  Nuove energie

WindEurope, l’Associazione europea dell’eolico,  ha diffuso un documento in cui spiega che «L’Unione europea ha semplificato le norme di autorizzazione per i progetti di repowering con il regolamento di Emergenza sulle autorizzazioni per le energie rinnovabili e la revisione della Direttiva sulle energie rinnovabili. L’ambito della valutazione di impatto ambientale che gli sviluppatori devono fornire è ora limitato solo ai cambiamenti incrementali che il ripotenziamento apporta al parco eolico. I termini per il rilascio dei permessi sono stati ridotti a 3 mesi quando la capacità del parco eolico aumenta di max. 15%; altrimenti è di 6 mesi nelle Aree di Accelerazione Rinnovabili e di 1 anno in tutte le altre aree».

WindEurope  ricorda che «Il repowering sarà cruciale per raggiungere gli obiettivi europei di sicurezza climatica ed energetica entro il 2030. Quasi triplica la produzione di elettricità di un parco eolico, riducendo al contempo il numero di turbine. I vecchi parchi eolici sono solitamente situati nelle migliori posizioni di vento, è logico quindi dotare questi siti di turbine più moderne. E il ripotenziamento è positivo anche per l’accettazione sociale complessiva dell’energia eolica onshore perché significa che abbiamo bisogno di meno nuovi siti greenfield, anche se questi ultimi costituiranno comunque la maggior parte dei nuovi impianti onshore».

Ma i progetti non riescono a concretizzarsi: dal 2014 l’Europa ha commissionato almeno 5,8 GW di capacità eolica onshore ripotenziata. Tra il 2023 e il 2030, in Europa, 83 GW di capacità eolica onshore raggiungeranno i 15 anni di età. Sulla base delle tendenze attuali e delle aspettative del mercato, WindEurope stima che «70 GW di questi saranno prolungati, 7,8 GW saranno smantellati e solo 5,6 GW saranno ripotenziati. Questo è molto basso a fronte delle aspettative del settore sulla base delle migliori norme di autorizzazione per il ripotenziamento ora in vigore. Ciò è dovuto anche a una rivalutazione della loro logica economica. I progetti di ripotenziamento hanno spesso costi iniziali più elevati rispetto ai progetti greenfield. Inoltre, i costi di smantellamento sono elevati poiché non esiste una catena di approvvigionamento completamente consolidata per riutilizzare e riciclare le vecchie turbine. L’accesso stradale ai parchi eolici esistenti potrebbe non essere adatto per turbine più grandi. I costruttori sono spesso riluttanti a smantellare un asset esistente e a investire nel ripotenziamento».

Per questo WindEurope raccomanda le seguenti misure per promuovere il ripotenziamento:

Gli Stati membri dovrebbero utilizzare correttamente la definizione di ripotenziamento contenuta nella Direttiva Ue sulle energie rinnovabili e garantire che le misure politiche nazionali si applichino sia al ripotenziamento totale che a quello parziale come previsto dalla legislazione UE. • Gli Stati membri dovrebbero incorporare obiettivi di ripotenziamento nei loro piani nazionali per l'Energia e il Clima 2030 e nei piani regionali.

Gli Stati membri dovrebbero recepire al più presto le norme di semplificazione delle autorizzazioni per il ripotenziamento dal regolamento sui permessi di emergenza dell'Ue e dalla revisione della direttiva UE sulle energie rinnovabili. Gli Stati membri che gestiscono aste CfD dovrebbero istituire bandi d'asta dedicati per i progetti repowering, riflettendo la realtà economica degli stessi.

Gli Stati membri dovrebbero dare priorità alle reti di connessione dei progetti di ripotenziamento poiché necessitano di un minore rinforzo della rete rispetto ad un nuovo progetto.

 L’Associazione nazionale energia del vento (ANEV), rilancia in Italia il documento e le proposte di WindEurope  e «Auspica che il legislatore possa provvedere a dare attuazione alla normativa di settore semplificando e favorendo l’azione di repowering anche nel nostro Paese».

Redazione Greenreport

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