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100% Rinnovabili Network: 90 firme contro il ritorno del nucleare

L’alternativa alla proposta del nuovo PNIEC che programma il ritorno delle centrali nucleari in Italia
 |  Nuove energie

Oltre 90 esponenti delle principali associazioni ambientaliste e della società civile, docenti e ricercatori di numerose università e di esponenti qualificati di organizzazioni del mondo delle imprese, hanno sottoscritto un Appello per un “100% rinnovabili Network”, in alternativa alla proposta del nuovo Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) che programma il ritorno alla costruzione di centrali nucleari in Italia: di Small Modular Reactor (SMR, di Advanced Modular Reactor (AMR) e micro reattori con una potenza di 0,4GW al 2035, 2 GW al 2040, 3,5 GW al 2045 e 7,6 GW al 2050.

Ecco l’ Appello per un “100% Rinnovabili Network”:
Le fonti energetiche rinnovabili – solare, eolica, idrica, biomassa, geotermica – sono
amiche del clima, disponibili, sicure e, se ben programmate e pianificate, sono a basso impatto ambientale ed economicamente convenienti. In Italia, come in altri Paesi, le rinnovabili sono in grado di soddisfare il 100% del fabbisogno di energia, sia attuale, sia dei prossimi anni, utilizzando in modo integrato le diverse fonti, adeguando e gestendo in modo intelligente le reti, governando la domanda e migliorando l’efficienza e il risparmio energetico, investendo in sistemi di accumulo, inclusi quelli in fase di sviluppo, di breve e di lunga durata.
Invece di accelerare, in modo adeguato, lo sviluppo delle rinnovabili per arrivare alla piena decarbonizzazione della produzione di elettricità, il nuovo Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC) prevede uno scenario di ritorno al nucleare a fissione, con la costruzione di Small Modular Reactor (SMR), di Advanced Modular Reactor (AMR) e di micro reattori, con una potenza di 0,4 GW al 2035, 2 GW al 2040, 3,5 GW al 2045 e 7,6 GW al 2050. I nuovi modelli di reattori nucleari a fissione, anche se più piccoli dei precedenti, generano comunque grandi quantità di isotopi altamente radioattivi, producono rifiuti radioattivi, pericolosi per molte migliaia di anni, contaminano impianti e siti per lunghissimi periodi, sono pur sempre impianti a rischio di incidenti che, anche se con una probabilità bassa, possono causare impatti devastanti. La disinvoltura con la quale, nell’attuale dibattito sul ritorno al nucleare, si trascurano, o addirittura si negano, impatti e rischi ambientali delle nuove centrali nucleari a fissione, è un indice di come in certi settori sia ancora bassa l’attenzione alla tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza.
Il ritorno al nucleare, ancora di più per un Paese che ne è uscito da molti anni, avrebbe un costo molto alto. I pochi nuovi reattori realizzati hanno comportato costi di gran lunga superiori a quelli previsti dal progetto iniziale. La costruzione di centrali nucleari è ormai talmente costosa da richiedere ovunque il sostegno dello Stato: in Francia la società che le costruisce e le gestisce, fortemente indebitata, è stata resa al 100% pubblica.
In Italia è in corso una campagna, condotta dalla lobby filonucleare, a senso unico, senza contradditorio, che punta a far credere che, per decarbonizzare l’energia, sia necessaria una quota significativa di energia nucleare, mentre in Germania, in prima fila nelle misure per il clima, sono state recentemente chiuse tutte le centrali nucleari.
Visto che la fattibilità e la sostenibilità economica dei nuovi reattori proposti è da verificare e che nessuno di questi nuovi reattori è stato ancora realizzato in Occidente; visto che in l’Italia il nucleare è stato fermato da referendum sostenuti da un ampio consenso popolare e che il nostro Paese è densamente popolato, con un diffuso rischio sismico, con vaste aree a rischio di alluvione e frane; visto che, in 14 anni, non è ancora stato localizzato un deposito per i rifiuti radioattivi, il programma di costruzione di reattori nucleari è poco credibile e produce soprattutto un effetto preoccupante : frena l’impegno per accelerare lo sviluppo – possibile, necessario e conveniente – delle rinnovabili.
Per queste ragioni, per contribuire ad una più corretta informazione sulle scelte energetiche e ambientali, per affrontare più seriamente la crisi climatica, promuoviamo un “100% Rinnovabili Network”.

I promotori

Franco Andreone (Museo Reg. di Scienze Naturali Torino)
Nicola Armaroli (Direttore ricerca CNR)
Vincenzo Balzani (Presidente onorario Energia per l’Italia)
Fabrizio Barca (Coord. Forum Disug. e Diversità)
Ugo Bardi (Club di Roma)
Francesco Basile (Università di Bologna)
Donatella Bianchi (Giornalista)
Carlo Blasi (Un. Sapienza di Roma)
Ferdinando Boero (Fondazione Dohrn)
Andrea Boraschi (Direttore Transport & Environment Italia)
Ivana Borsotto (Presidente FOCSIV)
Antonio Brunori (Segretario generale PEFC Italia)
Marco Bussone (Presidente UNCEM)
Federico Butera (Politecnico di Milano)
Stefano Caserini (Politecnico di Milano)
Mauro Ceruti (Università IULM Milano)
Alessandro Chiarucci (Università di Bologna)
Maria Paola Chiesi (Vice Chair Chiesi Group)
Stefano Ciafani (Pres. Legambiente)
Luigi Ciotti (Presidente Libera)
Elena Comelli (giornalista)
Francesca Cotrufo (Colorado State University)
Roberto Danovaro (Università Politecnica delle Marche)
Roberto Della Seta (Direttore Circonomia)
Livio De Santoli (Università La Sapienza Roma)
Antonio Di Natale (Fondazione Acquario Genova)
Luciano Di Tizio (Pres. WWF Italia)
Anna Donati (AD Roma Ser. Mobilità)
Michele Dotti (Rete Ecofuturo)
Maria Cristina Facchini (ISAC-CNR)
Anna Fasano (Presidente Banca Etica)
Laura Greco (Presidente A Sud)
Silvio Greco (Stazione Zoologica Anton Dohrn)
Arturo Lorenzoni (Università di Padova)
Sergio Malcevschi (Coord. Ass. Tec.Scient Ambiente e Paesaggio)
Maria Grazia Mammuccini (Presidente Federbio)
Anna Lisa Mandorino (segretaria generale Cittadinanzattiva)
Emiliano Manfredonia (Presidente ACLI)
Sofia Mannelli (Presidente Chimica Verde Bionet)
Marco Marchetti (Università La Sapienza Roma)
Davide Marino (Università del Molise)
Vittorio Marletto (Climatologo)
Walter Massa (Presidente ARCI)
Lella Miccolis (Presidente CIC)
Bruno Massa (Università di Palermo)
Luca Mercalli (Società Meteor Italiana)
Fiorenza Micheli (Stanford University)
Luigi Moccia (primo ricercatore CNR)
Carlo Montalbetti Direttore di Comieco)
Mario Motta (Politecnico di Milano)
Renzo Motta (Politecnico di Torino)
Rossella Muroni (Presidente Nuove Ri-Generazioni)
Giuseppe Onufrio (Direttore esecutivo Greenpeace Italia)
Vanessa Pallucchi (Portavoce Forum Terzo Settore)
Carlo Petrini (Fondatore di Slow Food)
Davide Pettenella (Università di Padova)
Attilio Piattelli (Presidente Coord.FREE)
Ermete Realacci (Pres. Fondazione Symbola)
Rossana Revello (Imprenditrice)
Fabio Roggiolani (Presidente Giga)
Edo Ronchi (Pres. Fondazione Sviluppo Sostenibile)
Katia Scannavini (Vice segretaria ActionAid Italia)
Giuseppe Scarascia – Mugnozza (Università della Tuscia)
Bartolomeo Schirone (Società It. Restauro forestale)
Gianni Silvestrini (Direttore scientifico di Kyoto Club)
Silvia Stilli (Presidente AOI)
Ezio Todini (Università di Bologna)
Simone Togni (Presidente di ANEV)
Mario Tozzi (IGAG-CNR)
Vincenzo Trischitta (Università La Sapienza Roma)
Fabrizio Tucci (Università La Sapienza Roma)
Sergio Ulgiati (Università Parthenope Napoli)
Margherita Venturi (Presidente Energia per l’Italia)
Patrizia Vianello (Founding partner di Ambiente spa)
Paolo Rocco Viscontini (Presidente Italia Solare)
Giovanni Battista Zorzoli (già docente di fisica dei reattori nucleari Politecnico di Milano)

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.