Le Iene e il lupo
Il recente servizio de Le Iene dal titolo “Allarme lupi: siamo al sicuro?” rappresenta un esempio preoccupante di narrazione allarmistica su un tema delicato e complesso come la convivenza tra esseri umani e grandi carnivori. La scelta di concentrarsi su casi limite, senza offrire un quadro completo e bilanciato della situazione, dipinge una visione estrema e distorta del lupo, alimentando paure infondate tra i cittadini e utilizzando esclusivamente toni emotivi, che nulla hanno a che fare con la scienza.
E’ innegabile che la presenza del lupo, in alcune circostanze, possa rappresentare una sfida per il mondo rurale, specialmente per gli allevatori, e che spesso, a seconda del contesto regionale, gli indennizzi per i capi predati possono arrivare in ritardo o possono essere inadeguati. Tuttavia, il servizio ignora completamente il fatto che oggi esistono strumenti gratuiti e supporti istituzionali dedicati proprio a prevenire questi problemi. Gli allevatori, spesso, possono usufruire di diverse misure di prevenzione messe loro a disposizione dalle Istituzioni per proteggere il bestiame, come per esempio recinzioni di svariate tipologie e cani da guardiania, soluzioni che, quando messe in opera correttamente, sono altamente efficaci, come testimoniano i moltissimi allevatori che, tramite l’utilizzo di questi strumenti, hanno minimizzato e talvolta azzerato le perdite.
Purtroppo, il servizio de Le Iene ha scelto di dare voce esclusivamente a posizioni estremiste, amplificando episodi rari e isolati come quelli degli attacchi all’uomo e ignorando le esperienze positive di convivenza che, da tanti decenni, si registrano in tutta Italia. La realtà è che, in molte regioni, comunità rurali, allevatori e istituzioni lavorano insieme da anni per garantire la protezione degli animali da allevamento, tutelando al contempo il lupo, una specie protetta e fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi.
Il servizio inoltre omette di affrontare il più grande problema che questa specie deve affrontare oggi in Italia: le uccisioni illegali ad opera dei bracconieri. Questi atti di violenza contro una specie protetta sono sempre più diffusi nel nostro Paese e non solo sono un crimine, ma compromettono anche l’equilibrio degli ecosistemi. Purtroppo, servizi con tono sensazionalistico e allarmistico, rischiano di legittimare questi gesti, incoraggiando una percezione del lupo come “nemico” da eliminare, anziché come parte fondamentale del patrimonio naturale Italiano.
Una comunicazione responsabile dovrebbe quindi offrire una panoramica completa, includendo anche le testimonianze di chi vive la coesistenza come una realtà possibile, grazie all’utilizzo di strumenti adeguati e al supporto degli enti preposti, e trattare gli episodi di aggressioni nei confronti dell’uomo avvenuti in Italia, per quello che sono: rari ed isolati casi che nella loro eccezionalità non rappresentano quella che è la normale etologia del lupo nel nostro Paese.
Come Associazione, fondata da abitanti di montagna, di città, ma anche da allevatori e lavoratori dell’ambiente rurale, chiediamo pertanto che il tema venga affrontato con maggiore serietà ed equilibrio, valorizzando le soluzioni già disponibili e promuovendo una cultura della coesistenza, essenziale per il futuro delle nostre comunità e della nostra biodiversità, soprattutto dinanzi alle emergenze climatiche e naturali che minacciano oggi le nostre società e il futuro della nostra specie, quella umana.
Associazione Io non ho paura del lupo