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E’ volato in Francia il grifone liberato in Toscana

Il grifone, intossicato dal piombo, era stato ricoverato al Cruma Lipu e poi rilasciato al Parco dell’Orecchiella
 |  Natura e biodiversità

La Lipu informa che «Il grifone salvato da un’intossicazione da piombo e liberato lo scorso 10 agosto nel Parco dell’Orecchiella è arrivato in Francia, al Parco naturale regionale del Verdon. L’animale - un rapace avvoltoio che svolge un importante ruolo ecologico, essendo “spazzino” della natura, barriera naturale alla diffusione di malattie - ha raggiunto un'importante colonia di grifoni dopo qualche giorno di viaggio. Grazie al dispositivo GPS che ne consente il tracciamento, è stato possibile verificare il suo arrivo nell’area protetta francese». 

Il grifone (Gyps fulvus)  era stato consegnato dalla USL Toscana Centro nell’ambito delle attività di soccorso della fauna selvatica della Regione Toscana alla Lipu Cruma di Livorno, dopo essere stato soccorso nel territorio comunale di Castelnuovo di Garfagnana (LU). Le sue condizioni sono apparse subito gravi, il Grifone era in forte stato di debilitazione, anemico e disidratato. L’equipe veterinaria della Lipu ha subito sospettato l’intossicazione da piombo. La diagnosi è stata confermata dalle analisi e l’animale è stato quindi sottoposto a terapia farmacologica per la cura del saturnismo.

Renato Ceccherelli, direttore sanitario del Cruma, spiega che  «Gli esami successivi alla prima terapia hanno mostrato un livello di piombo nel sangue ancora preoccupante, il che ci ha costretti a ripetere un secondo ciclo di terapia». Dopo le cure necessarie e il periodo di riabilitazione nelle apposite voliere, l’esemplare si è completamente ristabilito».  

La Lipu ricorda che «L’avvelenamento da piombo è un fenomeno di dimensioni preoccupanti, che riguarda molte specie animali e rappresenta un rischio anche per gli umani. Nel caso del grifone ricoverato al Centro è probabile che si sia nutrito di prede che contenevano frammenti di piombo da munizioni o che avessero a loro volta una concentrazione di piombo molto alta nei tessuti. I sintomi con cui si manifesta l’intossicazione sono gravi e debilitanti e possono portare alla morte, nel caso di intossicazione acuta, in poche settimane. Inoltre, gli effetti del piombo su specie longeve come il Grifone sono devastanti perché le probabilità di un individuo di subire un’intossicazione prima di essersi riprodotto un numero sufficiente di volte per assicurare una discendenza possono essere altissime». 

La liberazione del grifone guarito  è avvenuta il 10 agosto nella Riserva naturale statale Parco dell’Orecchiella di fronte a circa 70 persone. Un evento emozionante, reso possibile anche grazie alla collaborazione con il Raggruppamento Carabinieri CITES e il Raggruppamento Carabinieri Biodiversità. I due gruppi dell’Arma infatti hanno contribuito alle operazioni per inanellare l’animale e per ospitare il rilascio, a cui hanno partecipato anche il personale CITES Pisa e del Reparto Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Poco prima del rilascio il personale della Specialità forestale dell’Arma dei Carabinieri e del Cruma ha applicato il dispositivo GPS sull’esemplare, una piccola “scatolina” che viene collocata sul corpo del rapace tramite una sorta di zainetto. Il dispositivo è stato fornito dall’Associazione Rewilding Apennines che si occupa, tra le tante attività, del monitoraggio e della gestione del tracciamento dei grifoni in Appennino centrale con il Raggruppamento Carabinieri Biodiversità. Il tracciamento permetterà di monitorare eventuali altri spostamenti o di intervenire in caso di bisogno. Il dispositivo è alimentato con una batteria che si ricarica tramite un piccolo pannello solare.

Mario Cipollone, team leader di Rewilding Apennines, ha sottolineato che ««Per noi questa è stata un’occasione preziosa per accrescere le opportunità di monitoraggio dei grifoni sia su scala regionale sia internazionale, nonché per rafforzare le opportunità di collaborazione con organizzazioni ed enti con i quali condividiamo gli obiettivi di tutela e conservazione di specie chiave come il grifone».

Gli operatori che se ne sono presi cura ipotizzavano che il grande rapace si sarebbe diretto verso la Francia: «Il grifone infatti utilizza gli Appennini come via di transito tra le aree che frequenta. Quando è stato soccorso e recuperato probabilmente era già in viaggio verso la Francia, e dopo la liberazione ha potuto riprendere il suo tragitto là dove si era interrotto».  

Il responsabile del Cruma, Nicola Maggi, conclude: «Siamo molto felici di sapere che il grifone ha raggiunto la sua meta sano e salvo», commenta «La collaborazione tra più soggetti, che ringraziamo, ha reso possibile questo risultato importante dal punto di vista naturalistico». 

Redazione Greenreport

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