Monte Mario verso la normalità dopo l’incendio di ieri. Legambiente: «Ora più risorse e politiche contro la crisi climatica»
Sette squadre dei Vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte, portando avanti le operazioni di spegnimento e bonifica dell’area in cui ieri è divampato l’incendio. E questa mattina a Monte Mario, zona nord-ovest di Roma, la situazione sta pian piano rientrando nella normalità, nonostante i disagi per il traffico ancora deviato e gli elicotteri ancora in volo sopra i tetti. Le persone delle sei palazzine evacuate sono rientrate e hanno dormito nelle loro case, e anche negli uffici della Rai e dell’Osservatorio il lavoro è ripreso come al solito. Il sindaco Roberto Gualtieri, che ieri aveva detto che tutto era «partito da un accampamento abusivo», ha ringraziato tutte le forze «impegnate per la tutela della salute e della sicurezza dei cittadini».
Ma, al di là di quello che emergerà dalle indagini ancora in corso (non è esclusa per ora di fatto nessuna pista, neanche quella dolosa) e delle polemiche sugli insediamenti abusivi nella Capitale (le forze di opposizione vanno all’attacco della giunta di centrosinistra), c’è soprattutto un dato che emerge in tutta evidenza da quanto accaduto nelle ultime ventiquattr’ore a Roma, e cioè che bisogna fare di più dal punto di vista della prevenzione e della manutenzione, soprattutto ora che abbiamo a disposizione tecnologie innovative che possono fare la differenza rispetto a qualche anno fa, e soprattutto ora che la crisi climatica sta incontestabilmente rendendo ancora più ardua la sfida contro il fuoco.
Quello di Roma è solo l’ultimo di centinaia di incendi che sta colpendo l’Italia: sono stati 615 dall’inizio dell’anno, ha certificato l’Ispra. E ad evidenziare che non tutto quel che si potrebbe fare viene fatto, in termini di prevenzione e manutenzione, è Legambiente. Il Cigno verde ha sottolineato in una nota che servono più risorse per l’antincendio, per la gestione del verde urbano e anche, ultimo ma non ultimo, più politiche di contrasto alla crisi climatica. «L’incendio divampato a Monte Mario ha ancora esiti incerti e la conta dei danni deve essere ancora fatta, tuttavia è rappresentativo della gravissima crisi, prima di tutto climatica, con un’ondata di calore persistente e priva di precipitazioni, ma una crisi anche in termine di risorse economiche che devono essere dirottate sull’adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici», spiega Legambiente. «L’incendio di Monte Mario ci colpisce come associazione e come cittadini, la riserva infatti è stato al centro da sempre di importanti campagne di educazione ambientale fin dalla nascita di Legambiente Lazio - dichiara Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio - tuttavia non è più grave di altri che si sono verificati in città mettendo a rischio la biodiversità e la salute dei cittadini. Ogni ettaro di bosco urbano bruciato è infatti una sconfitta, ma un incendio in un punto così evidente della città deve farci riflettere sulla necessità urgente di stanziare nuovi fondi per l’antincendio e per la gestione del verde urbano. La crisi climatica si sta facendo sentire sempre di più di anno in anno e dobbiamo lavorare per permettere alla capitale di restare un luogo abitabile anche nei prossimi decenni».
E sull’incendio di Monte Mario interviene anche Federparchi: «Sarà la magistratura a stabilire se è stata una mano criminale o una folle distrazione a provocare il terribile incendio a Monte Mario. È stato colpito il cuore di Roma Natura, uno dei più importanti parchi periurbani d'Italia che con ben 16 aree protette crea una cintura verde attorno alla capitale», afferma il presidente di Federparchi Luca Santini, che aggiunge: «La solidarietà di Federparchi all’Ente parco, al presidente Marco Visconti e alla città che ha visto le fiamme distruggere un importante pezzo di ecosistemi incuneati nell’area urbana. Auspichiamo sia possibile, nei tempi dovuti, ripristinare la bellezza e gli habitat naturali di un importante polmone verde. I parchi periurbani sono una parte fondamentale del sistema delle aree protette italiane che, dalle montagne del nord alle isole del nostro Mediterraneo, tutelano la biodiversità più ricca di Europa».