Autobus elettrici, l’Europa corre veloce, l’Italia no
Secondo lo studio “L’evoluzione dell’elettrificazione del trasporto pubblico locale”, pubblicato oggi da Eurac Research, Motus-E e Sustainable Bus, «Grazie ai progressi tecnologici, l’elettrificazione del trasporto pubblico locale su gomma è una realtà sempre più affermata a livello europeo. Ormai ci sono tutti i presupposti per intercettare a pieno questo trend anche in Italia, a partire dalla possibilità di una sostituzione 1:1 dei bus con motore endotermico, per effetto del notevole incremento registrato dall’autonomia dei bus a batteria».
negli ultimi anni, in Europa il mercato dei bus urbani ha visto una crescita significativa delle trazioni alternative, che nel 2023 rappresentavano ben il 73% dell’immatricolato, con l’elettrico a fare la parte del leone, forte di una market share superiore al 40%. Una tendenza in linea con gli obiettivi Ue di riduzione delle emissioni di CO2 del settore, in base ai quali entro il 2030 i nuovi autobus urbani dovranno tagliare le emissioni del 90%, e raggiungere le emissioni zero per le nuove immatricolazioni dal 2035.
Ma l’Italia deve recuperare terreno rispetto agli altri grandi Paesi europei: «Nel 2023, infatti, solo il 27,5% dell’immatricolato italiano di bus urbani è stato elettrico, contro il già citato 40% di mezzi full electric registrato in media nel Vecchio Continente – sottolinea il rapporto - Anche i dati sul parco circolante dei bus urbani indicano l’importanza di un intervento, con un’età media dei veicoli operativi in Italia di 10,3 anni, superiore di circa il 33% rispetto a Paesi come Francia, Germania, Spagna e Regno Unito».
A Motus-E sottolineano però che «L’attesa iniezione di nuovi fondi europei per il TPL rappresenterà certamente un’opportunità imperdibile per accelerare in Italia il processo di elettrificazione delle flotte di autobus, replicando lungo tutta la Penisola le best practice osservate già in città come Genova, Milano e Torino, dove circola più della metà dei bus elettrici immatricolati nel nostro Paese tra il 2022 e il 2023».
Secondo lo studio, «Nel 2050 la flotta di autobus italiana sarà composta per l’88% da veicoli elettrici e per il 9% da mezzi a idrogeno, con benefici estremamente significativi sulla qualità dell’aria nelle città e sulla riduzione delle emissioni climalteranti, a fronte di riflessi trascurabili sul sistema elettrico nazionale. Sempre al 2050, infatti, è previsto un aumento di 2,55 GW di capacità installata per la ricarica dei veicoli, valore che a titolo esemplificativo è inferiore alla nuova capacità rinnovabile installata in Italia nel solo 2023».
Intanto, superata l’impasse sugli incentivi, il mercato italiano delle auto elettriche accelera con forza. Secondo Motus-E «A giugno, mese che ha visto l’entrata in vigore del nuovo Ecobonus, sono state infatti immatricolate nella Penisola 13.285 nuove vetture full electric (+115,8% rispetto allo stesso mese del 2023), con una quota di mercato in crescita fino all’8,3% (dal 4,4% del giugno 2023). In questo primo semestre sono 34.709 le vetture elettriche registrate in Italia, in aumento del 6,2% rispetto allo stesso periodo del 2023, con una market share pari al 3,9% (in linea con i primi sei mesi dell’anno scorso). Al 30 giugno il parco circolante elettrico italiano si attesta a 251.023 auto.
il presidente di Motus-E, Fabio Pressi, evidenzia che «Questi primi dati mostrano come molti italiani siano pronti per il passaggio all’elettrico e che lo stallo sulle immatricolazioni dei mesi scorsi era legato all’attesa degli incentivi. L’effetto degli ordini realizzati con il nuovo Ecobonus si dispiegherà a pieno con le consegne dei prossimi mesi, ma per l’intero anno ormai non possiamo aspettarci risultati troppo dissimili dal 2023 in termini di immatricolazioni full electric. In ogni caso, il successo degli incentivi testimonia che l’Italia può recuperare terreno rispetto agli altri big europei nella curva di adozione dell’auto elettrica. L’imminente introduzione di molti nuovi modelli entry level, inoltre, potrà favorire l’adozione dell’elettrico su larga scala, come avviene già in alcuni mercati».
A maggio, Francia, Germania e Regno Unito hanno registrato rispettivamente una market share delle vetture a batteria pari al 17%, al 12,6% e al 17,6%.
Pressi conclude: «Per riportare stabilmente l’Italia al centro del mercato automotive europeo, sarà determinante un’efficace pianificazione degli strumenti volti a incentivare la domanda di veicoli elettrici, a partire dalla revisione della fiscalità sulle flotte aziendali, per consentire a cittadini e aziende di programmare le proprie scelte in un contesto chiaro, prevedibile e ben definito».