Catia Bastioli: «Non c’è più tempo! Serve cultura sistemica per costruire il futuro del Paese»
Intervenendo all’assemblea annuale “La Bioeconomia circolare tra Europa e Regioni: innovazione, sviluppo e competitività” di SPRING - il Cluster Italiano della Bioeconomia Circolare, la presidente Catia Bastioli ha detto che «La bioeconomia circolare è un pilastro della transizione ecologica indispensabile per conseguire gli obiettivi ambientali e climatici, rendendo allo stesso tempo l’Ue più competitiva. E’ tempo quindi di iniziare a riconoscere e valorizzare gli investimenti pionieristici pubblici e privati in bioraffinerie e bioprodotti già realizzati in Europa e in Italia. La comunicazione della Commissione Europea “Building the future with nature: boosting biotech and bio-manufacturing in Europe’ è un importante passo avanti in questa direzione. Ma occorre una reale accelerazione perché le infrastrutture della bioeconomia possano contribuire concretamente alla transizione evolvendo oltre la fase sperimentale. Tutto ciò va accompagnato da un cambio culturale che coinvolga i territori in un progetto comune, in grado di includere le diversità e di superare le divisioni. Il cluster Spring per sua storia e natura di costruttore di ponti tra settori diversi può essere un formidabile facilitatore».”
L’Assemblea annuale di SPRING punta a favorire un confronto tra diversi stakeholder della Bioeconomia Circolare - del mondo industriale, associativo, della ricerca, dell’agricoltura e del lavoro - per condividere prospettive e azioni che possano accelerare la transizione ecologica e una maggiore resilienza degli ecosistemi con particolare attenzione al tema dell’approccio comune e sistemico e alle partnership tra pubblico-privato e terzo settore.
Stefania Trenti dei Dipartimenti ricerca di Intesa Sanpaolo ha presentato il X Rapporto sulla Bioeconomia in Europa, con un focus sulla Bioeconomia in Italia: un meta settore in continua crescita. Ecco i principali dati emersi dal rapporto: «Nel 2023 l’insieme delle attività connesse alla Bioeconomia in Italia ha generato un valore della produzione pari a 437,5 miliardi di euro, 9,3 miliardi in più rispetto al 2022, occupando circa due milioni di persone. Nel complesso dei principali quattro paesi europei (Francia, Germania, Spagna e Italia), la Bioeconomia vale 1.751 miliardi di euro, rappresentando l’8,4% del totale, con Spagna (11%) e Italia (10%) che confermano una maggiore incidenza. Dopo il boom del 2022, attribuibile al forte incremento dei prezzi indotto dal conflitto russo-ucraino, nel 2023 è proseguita la crescita della Bioeconomia, su ritmi di sviluppo però più contenuti (+0,2% la variazione dell’output dei 4 paesi UE) e con risultati diversi tra paesi. Indicazioni migliori per Spagna, Francia e Italia, mentre è risultata in calo la Germania. Nel confronto con il 2021, Italia e Francia evidenziano le migliori performance, con un incremento superiore al 20% del valore della produzione. La vitalità della Bioeconomia in Italia è testimoniata dalle 808 start-up innovative censite nel 2023, pari al 6,6% del totale delle imprese iscritte all’apposito Registro. La maggior parte delle start-up innovative della Bioeconomia, diffuse lungo tutta la penisola, è concentrata nel settore della R&S (45%), seguita dall’agri-food (25%)».