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Appello delle reti italiane per la pace al governo e alla Commissione Ue e ai parlamentari italiani ed europei

Appello delle reti italiane per la pace: no all’accordo di Eni con Israele per l’estrazione del gas nelle acque di Gaza

Fermare la clamorosa violazione del diritto internazionale da parte di Netanyahu
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Una coalizione di associazioni pacifiste ha scritto una alla presidente del consiglio e al ministro degli esteri italiani, ai presidenti del Parlamento e del Consiglio europei, all’Alto rappresentante della politica estera dell’Ue e ai capigruppo del Parlamento europeo e del Parlamento italiano, per chiedere una decisa azione politica e diplomatica per fermare la guerra nei Territori Palrstinesi Occupati e in Libano. Ecco cosa scrivono:
 

Per fermare il rischio che, a partire dal Medio Oriente, si allarghi un conflitto senza confini, abbiamo l’obbligo di agire immediatamente perché cessino le ostilità e sia salvaguardata la vita umana.
Il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha violato e sta violando clamorosamente i principi del diritto internazionale, così come sanciti dall’Onu. Spetta a tutti gli organismi internazionali, all’Ue e al governo del nostro Paese tutelare e preservare tali principi.
In particolare l’eccidio in corso a Gaza, successivo alla strage del 7 ottobre commessa da Hamas, la persecuzione dei palestinesi in Cisgiordania da parte dell’esercito israeliano e dei coloni, l’escalation del conflitto armato tra le milizie di Hezbollah e l’esercito israeliano nel sud del Libano ed i bombardamenti su Beirut e sulla valle della Bekaa, rendono indilazionabile un’azione politica tesa al cessate il fuoco, al raggiungimento di una pace durevole, al rilascio degli ostaggi che la politica del governo israeliano sta continuamente mettendo in pericolo.

A questo fine chiediamo alle istituzioni in indirizzo:
- di attivare tutti i canali diplomatici per l’immediato cessate il fuoco dando seguito a quanto riportato dalla Corte Internazionale di Giustizia per la grave situazione umanitaria e per le conseguenze delle operazioni militari nei confronti della popolazione civile di Gaza;
- di riconoscere immediatamente lo Stato di Palestina, come già avvenuto da parte di 146 su 193 Paesi membri delle Nazioni Unite;
- di avanzare in tutte le sedi internazionali e a livello bilaterale la richiesta dello sblocco immediato di tutti gli aiuti umanitari a Rafah e dell’accesso, attualmente vietato, a Gaza della stampa internazionale;
- di avanzare in tutte le sedi internazionali e a livello bilaterale la richiesta del ritiro di Israele dai Territori palestinesi occupati entro un anno, come approvato a larga maggioranza dalla recente Assemblea generale dell’Onu;
- di sospendere immediatamente; a) l’Accordo di Associazione tra Unione Europea ed Israele per la violazione dell’Articolo 2; b) i contratti di fornitura di armi ad Israele anche precedenti al 7 ottobre, sempre in base alla recente risoluzione dell’Onu che esorta i Paesi membri ad adottare misure per impedire scambi commerciali o investimenti che favoriscano la presenza di Israele nei territori, compreso l’embargo sull’esportazione di armi;
- di approvare la richiesta di Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, di sanzionare i ministri israeliani per la Sicurezza nazionale e delle Finanze, valutando inoltre la possibilità di ulteriori interventi sanzionatori nei confronti del governo israeliano;
- di ripristinare pienamente i finanziamenti all’UNRWA, agenzia Onu per i rifugiati, operante a Gaza;

Chiediamo, inoltre, specificamente al governo italiano il rigetto dell’accordo dell’ENI con Israele per avviare l’estrazione del gas nelle acque di Gaza, perché la giurisdizione delle acque è territorio palestinese e non israeliano e invitiamo il governo italiano e l’Ue a operare presso le autorità israeliane affinché, nel rispetto del diritto internazionale, lo sfruttamento del gas nelle acque di Gaza rimanga di esclusiva pertinenza dei palestinesi di Gaza.

Davanti alla catastrofe umanitaria in corso e ai rischi per la pace nel mondo causati dal conflitto in corso, chiediamo l’immediato cessate il fuoco in tutto il Medio Oriente e la convocazione di una conferenza di pace, sotto egida ONU, per riportare pace, sicurezza comune e giustizia nell’intera regione medio-orientale".

Rete Italiana Pace e Disarmo

Europe for Peace

Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace

Coalizione AssisiPaceGiusta

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Redazione Greenreport

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