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Se si tiene conto dell’origine della pioggia, aumenta il rischio di scarsità idrica globale

Rischi più elevati per l'approvvigionamento idrico a seconda di condizioni ambientali e governabilità del luogo da dove arriva la pioggia
 |  Acqua

Comunemente, pensiamo che l’approvvigionamento idrico globale dipenda dal fatto che  la pioggia cada sulla superficie terrestre e poi venga immagazzinata in falde acquifere, laghi e fiumi. Questa idea viene  utilizzata per valutare la sicurezza idrica e il rischio di scarsità idrica.  Ma secondo il nuovo studio “Upwind moisture supply increases risk to water security”, pubblicato su Nature Water dai colombiani  José Posada-Marín e   Juan Salazar dell’Universidad de Antioquia, dall’italiana Maria Cristina Rulli del Politecnico di Milano e  Lan Wang-Erlandsson e Fernando Jaramillo della Stockholms Universitiet, in realtà i rischi per l’approvvigionamento idrico dipendono dalla governance e dalle condizioni ambientali presenti sopravento, ovvero le aree da cui proviene l'umidità per la pioggia.
Jaramillo spiega che «L'approvvigionamento idrico ha origine in realtà prima, con l'umidità evaporata dalla terra o dall'oceano che viaggia nell'atmosfera prima di cadere sotto forma di pioggia. Questa umidità sopravento è comunemente trascurata quando si valuta la disponibilità idrica».

Quando un lago o un fiume sono condivisi tra diversi Paesi o autorità, le valutazioni e le normative applicano principalmente una prospettiva a monte, considerando le condizioni nella direzione a monte del corpo idrico. Invece, una prospettiva controvento considera l'area in cui l'acqua evaporata viene trasportata prima di diventare pioggia: un bacino di precipitazione chee può coprire vaste aree della superficie terrestre.
Jaramillo fa l’esempio dell'America meridionale tropicale: «La maggior parte del bacino amazzonico è a valle della catena montuosa delle Ande, mentre vaste aree delle Ande sono di per sé sottovento rispetto alla foresta pluviale amazzonica e dipendono da essa, il che rende queste due regioni dipendenti l'una dall'altra per l'approvvigionamento idrico».
Lo studio ha esaminato 379 bacini idrologici in tutto il mondo, rivelando che «i rischi per la sicurezza idrica sono significativamente più elevati se si considera l'origine controvento dell'acqua».
Posada Evidenzia che «Con questo approccio, vediamo che 32.900 km3/anno di fabbisogno idrico in tutto il mondo sono a rischio molto elevato, un aumento di quasi il 50% rispetto ai 20.500 km3/anno derivanti dal più tradizionale approccio a monte»

Dato che una grande quantità di acqua evapora dalle piante, i cambiamenti nell'uso del suolo possono influenzare la disponibilità di acqua sottovento. Cos’, le decisioni e il controllo politico delle risorse idriche diventano ancora più importanti: «Se la deforestazione e lo sviluppo agricolo sono predominanti nelle aree sopravento, la quantità di umidità fornita dalla vegetazione può diminuire, riducendo le precipitazioni sottovento e aumentando il rischio per la sicurezza idrica», dicono i ricercatori.
Jaramillo sotolinea che «Per i Paesi costieri come le Filippine, la maggior parte della pioggia proviene dal mare, il che significa che i cambiamenti nell'uso del suolo comportano un rischio molto basso per la sicurezza idrica. Le precipitazioni nei Paesi dell'entroterra come il Niger, d'altra parte, provengono principalmente dall'umidità che evapora nei Paesi vicini come Nigeria e Ghana. Questo espone molti Paesi senza sbocco sul mare a un rischio elevato per quanto riguarda il modo in cui la sicurezza idrica è influenzata dai cambiamenti nell'uso del suolo».

E’ una vera e propria geopolitica della pioggia nella quale fattori politici come la gestione ambientale e le normative nelle aree in cui l'umidità evapora per prima possono influenzare la sicurezza idrica in aree completamente diverse.
Wang-Erlandsson fa un altro esempio: «Il bacino del fiume Congo, che dipende fortemente dall'umidità dei Ppaesi limitrofi con scarse prestazioni ambientali e di governance secondo gli indicatori globali, affronta rischi considerevoli a causa della potenziale deforestazione e dei cambiamenti non regolamentati nell'uso del suolo nelle aree limitrofe».

Lo studio rivela perché la mancanza di governabilità e di performance ambientale in un Paese a monte può essere rilevante per l'approvvigionamento idrico di un paese a valle. Sottolinea la codipendenza tra Paesi a monte/a valle e Paesi a valle/a monte.
Per Wang-Erlandsson, «Non è possibile ignorare l'interdipendenza tra paesi. Alla fine, tutta l'acqua è collegata, quindi non dovremmo solo preoccuparci di come gestiamo le nostre risorse idriche all'interno di una regione o di un Paese, ma anche di come lo fanno i Paesi nostri vicini».
Jaramillo conclude: «Ci auguriamo che i risultati di questo studio possano aiutare a identificare dove e a chi possono essere indirizzate strategie e sforzi di cooperazione per mitigare le cause delle tensioni legate all'acqua, compresi i flussi di acqua atmosferica nei quadri decisionali transfrontalieri e di governance idrica. Sottolineiamo la necessità di una cooperazione internazionale per gestire efficacemente le fonti di umidità a monte».

Redazione Greenreport

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