Che clima farà a Borgo Egnazia? Parte il G7 e i “grandi della Terra” dovranno lanciare la lotta climatica globale. Lo faranno?
Nella primavera del 37 a.C. parte da Roma verso Brindisi una mitica spedizione diplomatica narrata da Orazio, il poeta delle immortali odi "Carpe diem", che viaggiava in compagnia di Mecenate e Cocceio Nerva per una missione politica: ricomporre lo scontro fratricida tra Ottaviano e Antonio per rinsaldare l'operato dei triumviri.
La politica scivolò nella satira, con il resoconto fedele delle peripezie della comitiva nelle due settimane impiegate per giungere a destinazione finite nel Libro I delle Satire. E proprio nelle terme di Egnazia si fermarono durante il mitico viaggio dove, stremati, si concessero un bicchiere di vino e un boccone in una taverna scatenando “risusque iocosque” (risate e scherzi).
Beh, proprio non vorremmo facessero scherzi i grandi della Terra nella tre giorni del G7 che inizia oggi a Borgo Egnazia, comune di Fasano.
Tra i punti all’odg c’è anche la “messa a terra” dell'eliminazione graduale della produzione di energia elettrica da carbone nei sistemi energetici “entro il 2035 o in un lasso di tempo coerente con l'obiettivo di contenere l'aumento della temperatura media globale entro 1,5°C”.
Coerentemente gli sherpa dovrebbero aver predisposto una bozza di accordo dopo la “ministeriale clima, ambiente e energia” che ha preceduto il vertice globale sulla finanza climatica al G7 di Stresa (24-25 maggio scorsi) e dovrà essere ratificata alla prossima Cop29 di Baku del 11-22 novembre, dove 197 Paesi dovranno definire i nuovi target di riduzione delle emissioni della Cop30 di fine 2025 in Brasile.
Il G7 italiano dovrà svoltare concretamente sugli impegni presi nella Cop28 di Dubai, attivando piani nazionali per l’uscita dai combustibili fossili a partire dal carbone con investimenti pubblici e privati.
I più grandi emettitori di gas serra del G7 si erano impegnati a presentare nuovi piani nazionali per ridurre le emissioni tra i 9 e i 12 mesi prima della Cop30. L’Italia entro quella data dovrà attivare il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) traguardando tappe nella massima ambizione possibile e in tutti i settori dell’economia.
L’allineamento all’obiettivo di contenere l’aumento delle temperature entro 1,5°C - purtroppo superabile non a fine secolo ma tra una decina di anni, per i volumi di emissioni fuori controllo -, e l’azzeramento netto delle emissioni al 2050 richiederebbero sforzi e strategie a breve e lungo termine con investimenti per il settore elettrico completamente o prevalentemente decarbonizzato entro il 2035, e con lo zero netto entro il 2050. Significa sbloccare finanziamenti e affrontare concretamente problemi di difese e prevenzione degli impatti climatici.
Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres proverà a indicare la strada maestra della battaglia climatica nella “finestra d’azione” dei prossimi 10 anni. Andare più velocemente, fissare obiettivi ambiziosi per ridurre le emissioni; eliminare gradualmente l’uso dei combustibili fossili, aumentare i finanziamenti per l’adattamento e il fondo loss and damage, fornire competenze tecniche ai Paesi in via di sviluppo per favorire la loro transizione, cambiare l’architettura finanziaria internazionale “obsoleta, disfunzionale e ingiusta”.
Riusciranno i nostri “Grandi della Terra” a concretizzare gli impegni solennemente presi o precipiteranno nella moderna satira di Orazio?