
L’import di gas dalla Russia in Ue è cresciuto del 18% nell’ultimo anno: a trainare c’è l’Italia

Nonostante una guerra alle porte dell’Ue e le sanzioni in corso, nell’ultimo anno l’importazione di gas fossile dalla Russia tra gli Stati membri è aumentata del 18% nel corso dell’ultimo anno, come emerge dal nuovo rapporto nel merito pubblicato dal think tank Ember.
L’Ue ha introdotto diverse misure nell'ambito del piano RePowerEu a maggio 2022 per ridurre progressivamente il consumo di gas, con l'obiettivo principale di cessare le importazioni di gas russo entro il 2027. L'eliminazione graduale dell'energia russa è stata una priorità sia della nuova Commissione europea che della presidenza polacca del Consiglio dell'Ue. Tuttavia, nel 2024, il gas russo rappresentava ancora il 14% del consumo totale di gas dell'Unione europea: soprattutto, le importazioni di gas russo sono aumentate del 18% in corso d’anno, passando da 38 miliardi di metri cubi (bcm) a 45 bcm, principalmente a causa dell'aumento delle importazioni in Italia (+4 bcm), Repubblica Ceca (+2 bcm) e Francia (+1,7 bcm).
L'aumento è stato in gran parte guidato dalle crescenti importazioni di gas naturale liquefatto (Gnl) russo. Una lezione che ancora non abbiamo imparato, dato che i Paesi Ue hanno importato in media 74,3 milioni di metri cubi al giorno (mcm/giorno) di Gnl russo a febbraio, con un aumento mensile dell'11%.
L'uso di navi "fantasma" e la pratica di "whitewashing" del Gnl russo stanno diventando sempre più diffusi, consentendo al gas russo di entrare nei mercati europei senza sanzioni. Ad esempio, nonostante il divieto della Germania di importare direttamente Gnl russo, il Paese ha continuato ad acquistare Gnl russo tramite altri porti europei, grazie alla mancanza di trasparenza nel mercato interno del gas dell'Ue.
Si tratta di una tendenza con pericolose ricadute sotto il profilo ambientale, ma anche economico e della sicurezza. Basti osservare che, in totale, le importazioni di combustibili fossili russi da parte di Stati Ue hanno raggiunto i 21,9 miliardi di euro nel 2024, superando i 18,7 miliardi di euro di aiuti finanziari forniti all'Ucraina nello stesso periodo. Al contempo, il prezzo del gas sul principale mercato virtuale di riferimento in Europa (il Ttf olandese) è ancora circa il doppio rispetto ai livelli pre-crisi: solo nel 2024 è aumentato del 59%, da 30 a 48 euro al MWh, trainando al rialzo anche i prezzi delle bollette elettriche.
Nonostante le preoccupazioni sugli impatti sui costi e sulla sicurezza delle importazioni di gas fossile, l'Ue sta ancora espandendo significativamente l'infrastruttura di importazione del gas. L'analisi di Ember stima che la capacità di importazione di Gnl aumenterà da 203 bcm nel 2023 a 313 bcm nel 2030, un aumento del 54%; anche la capacità di import da gasdotti è destinata ad aumentare, con almeno 20 bcm aggiuntivi dall'espansione del Tap e dai progetti EastMed.
Complessivamente, tra terminali Gnl, gasdotti e produzione interna all’Ue, si prevede che la capacità totale di fornitura di gas in Europa aumenterà del 30% entro il 2030 (rispetto al 2023). Si tratta di un aumento in netto contrasto con una già prevista stagnazione della domanda di gas: anche uno scenario conservativo da parte degli operatori di reti elettriche e del gas europei prevede solo una crescita del 4% nella domanda di gas tra il 2023 e il 2030.
Supponendo dunque lo stesso utilizzo di risorsa del 2023, i percorsi divergenti di domanda e offerta di gas porterebbero a 131 miliardi di metri cubi di capacità di fornitura – pari alla domanda annuale di gas combinata di Germania, Francia e Polonia – potenzialmente non necessari e sottoutilizzati, dunque con un potenziale spreco di fondi pubblici enormi e un aumento dei costi per i consumatori.
«Con cento giorni di nuova Commissione europea alle spalle, manca ancora il percorso verso un'eliminazione graduale del gas russo – commenta per Ember Pawel Czyżak – Non sono le sfide tecniche a impedire i progressi, ma alcuni Stati membri dell'Ue che prendono decisioni pericolosamente miopi. Non si può permettere che ciò accada, poiché il finanziamento della guerra della Russia è una minaccia diretta alla sicurezza del blocco. È fondamentale che l'Ue mantenga una leadership strategica coerente, invece di proporre azioni a breve termine che vanno contro i suoi obiettivi a lungo termine. Idee come sovvenzionare il gas volatile importato o riaprire il gasdotto Nord Stream per migliorare l'accessibilità economica dell'energia sono come aggiungere benzina sul fuoco e aspettarsi che si spenga».
