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Rifiuti urbani, il costo della Tari sale meno dell’inflazione. Ma per fa crescere efficacia e fiducia dei cittadini serve fare spazio al principio “Pay as you throw”

 |  Editoriale

In Italia, la maggior parte delle persone e delle aziende paga il servizio di gestione dei rifiuti urbani tramite una tassa di scopo, denominata Tari. Solo il 14% dei Comuni (1116 su 7904), corrispondenti al 13,7% degli abitanti (circa 8 milioni su un totale di circa 59) applica invece la tassa/tariffa puntuale o corrispettiva, come illustra bene l’interessante rapporto annuale di Ifel sull’applicazione del principio Pay as you throw (Payt) in Italia, metodologie che consentono di pagare per i rifiuti prodotti (sulla base del peso e del volume conferito).

La Tari è commisurata invece ai metri quadri dell’immobile occupato, considera per le utenze domestiche il numero dei componenti del nucleo familiare e per le aziende che producono rifiuti “simili” agli urbani le superfici non produttive. Una tassa quindi in buona parte scollegata dalle performance di raccolta differenziata ottenute.

Cittadinanzattiva pubblica ogni anno il dato del costo medio per famiglia derivante dall’applicazione della Tari, applicando le tariffe unitarie dei Comuni ad una famiglia media composta da tre persone che occupa 100 metri quadri, e include una specifica tassa provinciale aggiuntiva. A livello nazionale, la spesa media di una famiglia nel 2024 è stata di 329 euro (meno di 1 euro al giorno). Considerando che una persona media produce circa 1 kg di rifiuti urbani al giorno, il costo a tonnellata applicato è di 300 euro, valore inferiore alla media nazionale di costo (385 euro anno). Dato che ci dice che gli utenti domestici pagano meno a tonnellata degli utenti non domestici.

La spesa media è cresciuta in Italia del 2,6%, valore inferiore al tasso di inflazione del 2023. In media, nel 2023 i prezzi al consumo registrano una crescita del 5,7% (+8,1% nel 2022). Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l'inflazione di fondo), i prezzi al consumo crescono del 5,1% (+3,8% nell'anno precedente) e al netto dei soli energetici del 5,3% (+4,1% nel 2022), dichiara l’Istat.

Una spesa quindi non elevata, se si considera la complessità dell’attuale sistema di raccolta, raccolta differenziata, spazzamento, recupero e smaltimento, e gli sfidanti e crescenti obiettivi ambientali del sistema. L’aumento contenuto rispetto alla dinamica inflattiva è frutto anche dell’aumentato gettito del contributo Conai ai Comuni, per la copertura dei costi di raccolta differenziata degli imballaggi, arrivato nel 2023 ad oltre 650 milioni di euro.

I differenziali regionali invece continuano a rimanere marcati. La Regione più cara è la Puglia, con 427 euro l’anno a famiglia, la più bassa è il Trentino-Alto Adige con oltre la metà, 203 euro anno a famiglia. La Toscana si colloca nella parte alta della classifica con 373 euro e un aumento sul 2022 del 3,8%. Anche all’interno delle Regioni la spesa familiare è molto diversa. In Toscana, il comune capoluogo più costoso è Pisa con 512 euro anno a famiglia (con la variazione più alta rispetto al 2022, +6,4%), mentre il più economico è Siena con 222 euro.

Tutti questi numeri ci dicono che un approccio più orientato al Payt e una maggiore uniformità nella distribuzione dei costi potrebbero rappresentare leve per migliorare l’efficacia del sistema e accrescere la fiducia dei cittadini. Inoltre, strategie di comunicazione mirate e interventi normativi potrebbero favorire una transizione graduale verso modelli più equi e sostenibili, favorendo, in un sistema complesso e in evoluzione, significativi margini di miglioramento legati all’efficienza, alla trasparenza e all’equità dei costi per i cittadini e le imprese.

Nicola Perini

Nicola Perini è presidente di Confservizi Cispel Toscana, l’associazione regionale che riunisce le aziende di servizio pubblico della Toscana, dal 2021. I campi che interessano l’attività dell’Associazione sono acqua, rifiuti, gas, trasporto pubblico, edilizia residenziale pubblica, farmacie comunali, fondazioni culturali, smart city. Attuale Amministratore Unico di Consiag, in passato ha ricoperto il ruolo di membro del CdA di ATO 3 Toscana Acqua e di ATO Toscana Rifiuti.