Alluvioni, in Italia danni per oltre 16 mld di euro negli ultimi due anni. Al via a Firenze l’Earth technology expo, dove la prevenzione dei rischi naturali si fa con la transizione ecologica
Mentre la crisi climatica avanza, il bellissimo quanto fragile territorio italiano è sempre più soggetto all’avanzata di eventi meteo che da “estremi” stanno diventando la nuova normalità: Legambiente stima siano cresciuti del 22% nell’ultimo anno, e del 55% quello prima. Un’accelerazione che continua ancora oggi.
Solo negli ultimi due anni l’Italia ha dovuto mettersi alle spalle ben 4 grandi alluvioni, con 2 ritorni nelle stesse aree: nel 2022 nelle Marche il 15 settembre con 13 vittime, 50 feriti e danni; a Ischia il 26 novembre con 12 vittime, 5 feriti, 462 sfollati. Nel 2023 la Romagna dal 1° maggio con 12 morti e devastazioni impressionanti e, il 3 novembre, la Toscana centrale con 8 vittime, città in ginocchio e aree manifatturiere distrutte. A questi quattro più devastanti eventi estremi alluvionali si sono aggiunti due “ritorni”, con le alluvioni del 9 settembre scorso nella Toscana centrale e il 20 settembre scorso in Emilia Romagna. I soli costi complessivi di questi eventi sono di oltre 16 miliardi di euro, senza contare il centinaio di altri eventi catastrofici seppur “minori”, con vittime e danni che hanno colpito l’Italia nello stesso periodo.
Che fare? La risposta è sempre la stessa: i pilastri d’azione sono due. Il primo impone di ridurre rapidamente le emissioni di gas serra legate all’impiego di combustibili fossili, che una volta bruciati emettono quei gas serra – in primis la CO2 – che determinano l’aumento della temperatura atmosferica e il conseguente incremento di fenomeni meteo estremi. Il secondo consiste nell’investire sull’adattamento dei territori, a partire dall’invertire il trend relativo al consumo di suolo.
Entrambi i pilastri metteranno radici nei prossimi due giorni a Firenze, dove si apre oggi la quarta edizione dell’Earth technology expo (Ete), che per la prima volta si svolgerà in contemporanea col Festival dell’acqua – organizzato da Utilitalia in collaborazione con Publiacqua e Confservizi Cispel Toscana – su cui si è alzato ieri pomeriggio il sipario in Palazzo Vecchio.
Entrambi gli appuntamenti sono ad accesso gratuito tramite registrazione (anche sul posto), perché lo scopo primario delle due kermesse è quello di portare nuova conoscenza e consapevolezza sui territori.
«Le proiezioni meteoclimatiche prevedono un aumento di magnitudo e frequenza di eventi sempre più catastrofici, da non considerare più come “estremi” poiché ormai sono ordinari, ma l’Italia può e deve reagire per difendere e tutelare cittadini, ambiente e economia attivando monitoraggi, tecniche e tecnologie per contrastare il dissesto idrogeologico, per fare prevenzione strutturale, per rendere le città delle città-spugna in grado di assorbire quantità di precipitazioni», spiega il nostro direttore Erasmo D’Angelis, in qualità di presidente della Fondazione Earth and water agenda (Ewa) che organiza l’Expo.
Dal 25 al 27 settembre, in Fortezza Da Basso troveranno casa le tecnologie più innovative per la previsione, la prevenzione, e l’osservazione della Terra dallo spazio, insieme all’educazione dei cittadini alla gestione dei rischi in una fase climatica che produce catastrofi con frequenza e intensità mai viste prime; grazie a stand e incontri dedicati – che l’hanno scorso hanno richiamato in Fortezza circa 15mila persone – si spiegherà come prevenire le crisi idriche che alternano alluvioni a sempre più lunghi periodi di siccità, come difendersi dai rischi sismici e vulcanici evidenziati dalla lunga fase di crisi nei Campi Flegrei, come affrontare la transizione energetica e quella ecologica.
Per farlo con linguaggio comprensibile ma argomenti solidi, Ete vedrà un’ampia partecipazione di scienziati, esperti, rappresentanti delle istituzioni, tecnici specializzati, ricercatori e operatori sul campo impegnati in incontri su soluzioni e strategie per mitigare i rischi climatici, attivare difese e auto-difese. Satelliti, sensori, droni, intelligenza artificiale, modelli climatici frutto della ricca produzione scientifica italiana saranno al centro di dibattiti, workshop e presentazioni. Daranno a tutti la possibilità di conoscere e informarsi con gli operatori della Protezione civile, dell’Ispra, delle Università, dei nostri centri di ricerca e di aziende innovative che sviluppano tecnologie utili per l’adattamento climatico italiano.
Inoltre Ete, per la ricorrenza dei 30 anni di attività delle Agenzie per la protezione dell'ambiente italiane, ospiterà la “Seconda conferenza nazionale del sistema nazionale per la protezione dell’ambiente” (Snpa), ponendo al centro del confronto la tutela delle nostre risorse idriche: “Fare i conti con l’acqua. Gestire l’acqua in un clima che cambia” è il titolo del panel. Non a caso, in questo contesto sarà presentato anche il primo Forum Euromediterraneo sull’acqua che chiamerà a raccolta ben 45 Paesi, assegnato all’Italia e previsto nell’ottobre 2026.
«La nostra tre giorni – conclude il direttore della Fondazione Ewa, Mauro Grassi – proporrà soluzioni e tecnologie al servizio della prevenzione, per affrontare la grande sfida climatica nella transizione ecologica e digitale con la straordinaria capacità italiana di saper creare, innovare e produrre tecnologie all’avanguardia».