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Oggi i bambini italiani vivono ondate di calore più che raddoppiate rispetto ai loro nonni

 |  Editoriale

Per quelli che “altro che crisi climatica, è estate e d’agosto ha sempre fatto caldo”, in Italia negli anni Sessanta si registrava una frequenza annua di 4,97 ondate di calore – intese come qualsiasi periodo di 3 o più giorni in cui la temperatura massima giornaliera si colloca nel 10% più alto della media locale di 15 giorni – mentre nel periodo 2020-2024 questo valore è quasi triplicato, pari a 13,49.

Al contempo la durata delle ondate di calore negli anni Sessanta era di 4,44 giorni, attualmente è pari a 5,90; la gravità era di 1,47 gradi Celsius, ora è di 2,09; il numero di giorni di caldo estremo all’anno (oltre 35° Celsius) è passato da 0,79 a 4,72, quasi 6 volte superiore.

«In Italia 7,6 milioni di bambini, pari a circa il 90%, vivono in aree in cui la frequenza delle ondate di calore è raddoppiata rispetto agli anni Sessanta, e 3,4 milioni in aree in cui è triplicata – spiega l’Unicef –  Sei milioni di bambini, ovvero il 70%, vivono in aree con un numero di giorni di caldo estremo ad oggi raddoppiato, e altri 6 in aree in cui il numero è triplicato».

Un problema che non riguarda certo soltanto l’Italia. A livello globale, stima la nuova indagine dell’Unicef che confronta la media degli anni Sessanta con quella del periodo 2020-2024, in 466 milioni – ovvero 1 bambino su 5 – vivono in aree che registrano un numero almeno raddoppiato di giornate estremamente calde ogni anno rispetto ad appena sei decenni fa.

Lo stress da calore rappresenta una minaccia specifica per la salute e il benessere dei bambini e delle donne in gravidanza, soprattutto se non sono disponibili interventi di raffreddamento. Livelli eccessivi di stress da calore contribuiscono anche alla malnutrizione dei bambini, alle malattie non trasmissibili come quelle legate al caldo e rendono i bambini più vulnerabili alle malattie infettive che si diffondono con le alte temperature, come la malaria e la dengue. È dimostrato che influisce anche sullo sviluppo neurologico, sulla salute mentale e sul benessere.

Ma c’è ancora (poco) tempo per arrestare la rotta verso il disastro climatico. Nei prossimi mesi, tutti gli Stati membri che hanno aderito all'Accordo di Parigi dovranno presentare nuovi piani climatici nazionali – Contributi determinati a livello nazionale (NDC 3.0). Questi piani definiranno il corso dell'azione per il clima per un decennio. Sono un'opportunità a tempo determinato, che l'Unicef chiede ai leader, ai Governi e al settore privato di cogliere per tempo.

«I Governi devono agire per tenere sotto controllo l'aumento delle temperature e c'è un'opportunità unica per farlo proprio ora – dichiara la dg dell’Unicef, Catherine Russell – I Governi stanno elaborando i loro piani d'azione nazionali per il clima e possono farlo con l'ambizione e la consapevolezza che i bambini di oggi e le generazioni future dovranno vivere nel mondo che lasceranno loro».

Vincenza Soldano

Vincenza per l’anagrafe, Enza per chiunque la conosca, nasce a Livorno il 18/08/1990. Perito chimico ad indirizzo biologico, nutre da sempre un particolare interesse per le tematiche ambientali, che può coltivare in ambito lavorativo a partire dal 2018, quando entra a fare parte della redazione di Greenreport.it