Dopo le Olimpiadi di Parigi, Atene brucia: la crisi climatica resta la sfida da vincere
Lo Stade de France è stato avvolto ieri da un’esplosione di fuochi d’artificio per celebrare la chiusura delle Olimpiadi di Parigi, ma ben più tragiche fiamme stanno minacciando oggi la culla dei giochi olimpici: Atene, insieme al resto della Grecia.
«Dalla sera di ieri – dichiara il ministro della Crisi climatica e della Protezione civile, Vassilis Kikilias – i residenti della parte nord-orientale dell'Attica sono stati messi a dura prova da un incendio estremamente pericoloso contro il quale lottiamo da oltre 20 ore in condizioni drammatiche, sia a causa dei forti venti, sia a causa della prolungata siccità, sia per il terreno molto difficile e impervio in una foresta fitta e incombusta».
Per provare a tenere a bada fiamme alte fino a 25 metri, al momento operano 670 vigili del fuoco, 27 squadre forestali, 183 veicoli e 32 unità aeree (17 aerei e 15 elicotteri). L’incendio è tanto vasto che il fumo è visibile da satellite a oltre 300 km di distanza, e la situazione potrebbe peggiorare ancora dato che l'Osservatorio meteo nazionale di Atene documenta che sono previsti venti oltre 70-80 km/h.
«Ci sono stati anche molti salvataggi di cittadini rimasti intrappolati perché si rifiutavano di muoversi – dettaglia il capo dei vigili del fuoco greci, Vasilios Vathrakoyiannis – Pertanto, poiché in molti casi nel corso delle operazioni sono rimasti intrappolati anche i vigili del fuoco e poiché secondo le previsioni i venti rimarranno forti anche nelle prossime ore, ribadiamo l'appello ai residenti delle zone dove avanza l'incendio affinché seguano obbligatoriamente le indicazioni delle autorità competenti».
Per la giornata di oggi il rischio incendi raggiunge il “pericolo estremo” in ben cinque aree della Grecia (riportate nella mappa in pagina), mentre il resto del Paese oscilla tra rischio alto e molto alto.
Come informa il quotidiano Kathimerini, nei pressi di Atene stanno ancora bruciando alberi, case e automobili: le autorità sono state costrette all'evacuazione di ospedali e di almeno 11 città e villaggi, compresa l’antica città di Maratona, resa eternamente celebre dalla leggendaria corsa di Filippide – il messaggero ateniese che nel 490 a.C. percorse fino allo stremo i 42 km tra Maratona e Atene per portare notizia della vittoria contro i persiani – che nel 1896 portò a inserire la gara podistica nei primi Giochi olimpici moderni, ovviamente ad Atene.
Dopo l'inverno più caldo mai registrato e lunghi periodi di scarse o nulle precipitazioni, si prevede che la Grecia registrerà l'estate più calda di sempre. Un contesto ideale per la diffusione degli incendi, per i quali l’uomo è doppiamente colpevole, come spiega il Wwf.
Sebbene gli incendi boschivi siano un fenomeno ciclico e ricorrente, i comprovati scenari del cambiamento climatico, insieme alla continua trasformazione sociale, economica e ambientale della regione, indicano situazioni di emergenza più complesse.
Da una parte è infatti determinante l’aumento significativo delle temperature medie globali provocate dal cambiamento climatico – nei territori del Mediterraneo solo negli ultimi dieci anni il numero degli incendi estremi è aumentato di oltre dieci volte –, dall’altra gli incendi nel Mediterraneo hanno essenzialmente una componente umana: in media, l’uomo è responsabile del 96% degli incendi, che possono essere accidentali, causati da negligenza o generati intenzionalmente.
A questo dato storico si unisce il progressivo abbandono delle aree rurali (e degli usi tradizionali del territorio) e il conseguente recupero della vegetazione spontanea, che creano condizioni estremamente favorevoli al diffondersi delle fiamme, così come l'aumento degli usi non agricoli dello spazio rurale (ricreazione, trasporto, vacanza, sub urbanizzazione) facilitano l’innesco di fuochi accidentali e non.
Occorre dunque mettere in campo una doppia prevenzione: da una parte costruire paesaggi rurali più resilienti, vivi e meno infiammabili, dall’altra agire contro la crisi climatica abbandonando l’uso di combustibili fossili come gas e petrolio, in favore di fonti rinnovabili ed efficienza energetica.