A che punto è lo sviluppo sostenibile in Toscana, spiegato dall’ASviS
Con la fine dell’anno si apre una fase di bilanci, anche per quanto riguarda la sostenibilità dello sviluppo. E sotto questo profilo quello della Toscana, similmente al resto dell’Italia, è un bicchiere mezzo vuoto, come emerge dal rapporto “I territori e lo sviluppo sostenibile 2024” dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS).
Il Rapporto, giunto alla quinta edizione, analizza il posizionamento della Regione rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (Sustainable Development Goals - SDGs) sulla base di circa 100 indicatori statistici e affronta temi di grande rilievo e attualità per le politiche territoriali, tra cui: decarbonizzazione dei trasporti, dissesto idrogeologico e altri rischi (sismico, vulcanico, desertificazione, siccità, incendi ecc.), rigenerazione urbana, qualità dell’aria, infrastrutture verdi, politiche abitative.
In sintesi la Toscana, tra il 2010 e il 2023, mostra miglioramenti per salute (Goal 3), istruzione (Goal 4), parità di genere (Goal 5) e consumo e la produzione responsabile (Goal 12). Peggiora la situazione di povertà (Goal 1), acqua pulita e servizi igienico sanitari (Goal 6), disuguaglianze (Goal 10), vita sulla terra (Goal 15), giustizia e istituzioni (Goal 16).
Per quanto riguarda gli Obiettivi quantitativi, la Toscana può raggiungere o avvicinare il 46% degli obiettivi, mentre per il restante 54% la situazione è stabile o addirittura in peggioramento. Certo, non su tutti i territori le performance sono omogenee: analizzando le province, Pisa e Siena presentano il numero più elevato di Goal con valore superiore alla media nazionale (per entrambe otto su dodici). Ma è ancora troppo poco per poter accelerare quanto serve nella corsa allo sviluppo sostenibile.