In Toscana crolla il mercato immobiliare, mentre gli sfratti crescono del 163%
È un quadro dalle tinte molto fosche quello delineato dal nuovo rapporto Abitare in Toscana, presentato oggi in Regione e curato dall’Osservatorio sociale di Regione Toscana e Anci Toscana, con la collaborazione del Settore regionale Politiche abitative e Irpet.
Il contesto è quello di un crollo marcato del mercato immobiliare. Dopo due anni di crescita nel 2023 diminuiscono sensibilmente le transazioni immobiliari (-13,9), scendono vertiginosamente gli acquisti con mutui (-30,9%), ristagna il mercato degli affitti (+0,3%). È il risultato della crisi demografica in corso, ma anche e soprattutto delle crescenti disuguaglianze sociali con le relative ricadute sulle fasce più deboli, a partire da quelle giovanili.
La Toscana, come il resto del Paese, sta infatti affrontando un “inverno demografico”, con un’età media in aumento e un indice di vecchiaia che segna un +22,3% rispetto al 2020. La popolazione over 65 è in crescita, mentre quella in età lavorativa (15-64 anni) è in costante diminuzione. Nel medio periodo si stima un graduale incremento dei nuclei unipersonali e delle coppie senza figli, e una forte riduzione delle famiglie con figli: tutti questi elementi avranno, inevitabilmente, un impatto anche sui modi di abitare.
Nel frattempo le disuguaglianze si fanno già sentire, a partire da quelle tra generazioni. Immaginando di usare una quota sostenibile del reddito mensile (30%), per acquistare una casa nel 1986 servivano 18 anni contro i 27 di adesso; un confronto che peggiora ulteriormente se il reddito in questione è quello di un “giovane” under40. In tal caso nel 1986 servivano 19 anni, oggi 31: oltre il 50% in più.
Eppure in Toscana continuano a svilupparsi le politiche pubbliche della casa a sostegno dei ceti meno abbienti (+453 alloggi Erp), ma con chiaroscuri sul versante dei finanziamenti (il Governo non ha più finanziato il fondo affitti e quello per la morosità incolpevole).
«A fronte di un contesto nazionale in cui si è smesso di investire nelle politiche per la casa – commenta il presidente della Regione, Eugenio Giani – noi continuiamo a investire per il ripristino e l’ampliamento del patrimonio Erp, per gli alloggi a canone sostenibile, per la rigenerazione urbana».
A questo proposito l’assessora regionale alle politiche sociali e alla casa Serena Spinelli ha indicato le principali azioni in corso: «Stiamo procedendo nell’attuazione del Piano Casa regionale, con una risposta positiva verso gli obiettivi previsti: per la ristrutturazione degli alloggi pubblici abbiamo messo a disposizione dei comuni 10 milioni e i lavori nei circa 470 alloggi coinvolti saranno conclusi nei primi mesi del prossimo anno. Inoltre, per la costruzione di nuovi immobili, la Regione sta utilizzando 30 milioni di risorse comunitarie e ha pubblicato uno specifico bando, di cui entro la fine dell’anno sarà definita la graduatoria per il finanziamento dei progetti. Allo stesso tempo, siamo in linea con i tempi previsti dal Pnrr per i lavori di manutenzione, efficientamento energetico e miglioramento antisismico che riguarderanno ben 2.700 alloggi sul territorio regionale».
Nel frattempo però torna ad aumentare sensibilmente il trend delle richieste di sfratto dopo il blocco negli anni del Covid: nel 2023 sono ben 8.604 le richieste d’esecuzione. Per lo stesso anno gli sfratti effettivamente emessi sono stati circa 2.500 su tutto il territorio regionale, con un incremento rispetto all’anno precedente del 163%.
«L’emergenza abitativa è uno dei problemi più pressanti per i Comuni, che i sindaci si trovano ad affrontare quotidianamente – chiosa Susanna Cenni, presidente di Anci Toscana – La povertà abitativa è ormai una condizione diffusa, che per noi è obbligatorio contrastare con ogni mezzo. Per questo, Anci Toscana continuerà ad essere a fianco della Regione per realizzare politiche eque e sostenibili, e sperimentare nuove forme dell’abitare che possano aiutare ad uscire dall'emergenza».