Le banquettes di posidonia spiaggiata ospitano una biodiversità da salvaguardare
Abbiamo letto con molto interesse l’articolo pubblicato on line pochi giorni fa da un quotidiano locale in cui si dava voce agli sfoghi di un cittadino di Livorno che chiede che la Posidonia spiaggiata venga rimossa dalle due spiaggette che sono situate ai lati del ponte che porta allo Scoglio della Regina nonché al parco Giardino Mediterraneo.
Da una parte capiamo benissimo che le cosiddette banquettes di Posidonia oceanica possano non incontrare i gusti di alcuni cittadini in fatto di estetica del paesaggio. Dall’altra, come persone che si occupano di ricerca in campo ambientale e di difesa del patrimonio naturalistico, ci permettiamo di dire la nostra sulla questione. Anzitutto, va detto che le banquettes, per quanto possano non piacere, forniscono una serie di cosiddetti servizi ecosistemici non di secondaria importanza.
Tra questi è possibile citare l’importante ruolo svolto nella difesa dall’erosione costiera che in un contesto come quello della città di Livorno ha determinato il notevole restringimento di molte spiaggette cittadine. Ciò, in alcuni casi ha reso quasi impossibile la fruizione e in passato ha comportato la necessità del ripascimento con ghiaia di provenienza alloctona. Al riguardo, non escludiamo che proprio la rimozione delle banquettes possa aver reso più serio il fenomeno dell’erosione in alcuni di questi siti.
Gli accumuli di Posidonia non sono qualcosa di morto. Bensì, sono abitate da una microfauna spesso estremamente ricca e, in alcuni casi, decisamente rara. Inoltre, come è avvenuto nel caso dello Scoglio della Regina, le banquettes sono spesso colonizzate da alcune specie di piante che vi trovano un ambiente ideale in quanto l’umidità viene conservata più a lungo rispetto a una spiaggia priva di Posidonia. Nel caso specifico, si può osservare una ricca flora costituita per lo più da specie perenni ben adattate agli ambienti salmastri e da altre specie annue a sviluppo estivo e fioritura tardo estiva.
Il risultato è che chi vi passa accanto può apprezzare una macchia di verde che persiste tutto l’anno laddove, in quasi tutta la città, proprio questo colore viene a mancare nei prati e nelle aiuole durante i periodi più secchi. Infine, non va dimenticato il fatto che tali ambienti, quando sono colonizzati da un certo tipo di flora, possono essere attribuiti all’habitat “1210: Vegetazione annua delle linee di deposito marine” elencato nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE “Habitat”. Al riguardo, va ricordato che gli habitat “di Direttiva” sono considerati meritevoli di conservazione a livello europeo e nazionale.
Infine, da un punto di vista squisitamente pratico, crediamo che la presenza della Posidonia non renda impossibile la fruizione dell’area né, alla luce delle considerazioni fatte, possa in alcun modo contribuire negativamente all’estetica del paesaggio cittadino.
Sulla base di quanto scritto, chiediamo all’Amministrazione comunale, laddove possibile, di attuare un approccio di tipo scientifico per la gestione di questi ambienti, ovvero di cercare di salvaguardare il più possibile la presenza delle banquettes e della flora e della fauna che le colonizza. Da parte nostra, anzitutto, saremmo disponibili a fornire all’Amministrazione comunale le nostre competenze per cercare di sviluppare un percorso che porti al riconoscimento dell’importanza ecologica delle banquettes e a una loro gestione eco-sostenibile.
Inoltre, desidereremmo poter sensibilizzare la cittadinanza circa l’importanza della conservazione delle banquettes partendo proprio dallo Scoglio della Regina. Per questo motivo, il prossimo 20 settembre nell’ambito degli eventi organizzati per il progetto Un mare di Amici, Giornata Fondali Puliti e NET Scienza Insieme, saremo felici di mostrare la biodiversità che caratterizza la Posidonia spiaggiata a chi vorrà venire a trovarci allo Scoglio della Regina. Questo evento sarà l’occasione anche per discutere e approfondire alcune questioni che riguardano lo stato dell’ecologia del territorio di Livorno.
di Antonio Martelli, presidente Wwf Livorno