Legambiente Livorno, per controbilanciare l’impatto di Darsena Europa servono rinnovabili e cura del ferro
In merito alla notizia del via libera definitivo al progetto Darsena Europa, il circolo di Legambiente Livorno “Luciano De Majo” ribadisce la forte preoccupazione per l’impatto che la costruzione di questa grande opera avrà sugli ecosistemi locali, nonostante le prescrizioni previste dalla procedura di Via a cui l’authority ha positivamente adeguato il progetto.
Vi sono però obiettivi da perseguire che se realizzati saranno in grado di controbilanciare l’impatto che l’opera ha sul piano locale. Il primo è la riconversione energetica delle attività portuali: fotovoltaico, eolico onshore ed eolico offshore dovranno essere sviluppati in misura tale da sostituire i consumi energetici complessivi derivati da fonti fossili, con energie rinnovabili.
Seguendo le orme di quanto già da un decennio sta accadendo nei principali porti del nord Europa, Legambiente ha pronta la proposta, presentata pubblicamente del convegno del 2 luglio scorso in occasione dell’arrivo in città di Goletta Verde, per installare fino a circa 300 MW di impianti eolici per l’autoproduzione di energia, che possa alimentare da terra le navi ormeggiate in porto abbattendo drasticamente l’imponente inquinamento atmosferico (e climatico) oggi imposto alla città da questi giganti del mare. Per perseguire il necessario sviluppo del cold ironing (elettrificazione delle banchine per interrompere le emissioni prodotte dalle navi mediante combustibili fossili), Legambiente ha inoltre proposto la realizzazione di 10-15 MWp di fotovoltaico installabili in area portuale, ma anche la possibilità di valutare CER che possano estendersi anche al di fuori dell'area portuale.
Un’ipotesi cui lo stesso sindaco di Livorno Luca Salvetti ha già aperto con convinzione, chiamando a una riflessione collettiva, e verso la quale anche il presidente dell’Autority Luciano Guerrieri guarda con interesse nell’ambito del prossimo aggiornamento del Documento di pianificazione energetico ambientale del sistema portuale (Deasp).
Il secondo obiettivo è la riconversione ecologica dei trasporti. È cioè indispensabile che di pari passo alla costruzione della Darsena Europa proceda l’impegno delle ferrovie per realizzare tutte le opere necessarie a connettere porto e interporto al sistema ferroviario nazionale, garantendo il trasferimento di quote significative di merci dal sistema gomma al sistema treno. In questo caso tuttavia la riconversione paga il dazio della schizofrenia governativa: nel 2022 l’esecutivo Draghi aveva stanziato allo scopo 300 milioni di euro poi definanziati dal Governo Meloni. Ma senza la giusta cura del ferro, l’intero progetto della Darsena Europa rischia di rimanere zoppo.
di Legambiente Livorno - Circolo Luciano De Majo