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La Camera vota la fiducia al decreto Infrastrutture: dentro c’è il Ponte sullo Stretto ma non misure per la siccità

Denuncia il Wwf: «Il testo prevede lavori per fasi separate. Assurdo, per un’opera che ancora non è certo che si possa completare»
 |  Trasporti e infrastrutture

Con 162 voti sì, 85 no e tre astenuti, la Camera ha approvato la fiducia al governo sul cosiddetto decreto Infrastrutture. Il testo, che dopo il voto finale di oggi a Montecitorio dovrà passare al Senato per il via libera definitivo, ha per titolo «disposizioni urgenti per le infrastrutture e gli investimenti di interesse strategico». Cosa c’è dentro? Norme riguardanti il Ponte sullo Stretto, tra le quali è prevista anche la possibilità di approvare il progetto esecutivo non nella sua interezza, ma via via per stralci funzionali. A pezzetti, insomma. Cosa non contiene, invece, questo decreto che dovrà essere convertito in legge entro il 28 agosto? Le misure necessarie per affrontare la siccità che sta mettendo in ginocchio la Sicilia e altre regioni del Mezzogiorno. L’opposizione protesta, la maggioranza fa spallucce. E anche il mondo ambientalista si fa sentire.

«Il voto di fiducia della Camera non riesce a nascondere i problemi di una procedura sbagliata per un’opera altrettanto sbagliata», denuncia il Wwf Italia ricordando che per stessa ammissione dei progettisti «mancano test fondamentali per il progetto esecutivo in assenza dei quali non si può avere certezza sulla completa realizzabilità dell’opera». Ma se questa certezza manca, il governo ha ora introdotto questa stravagante prassi di procedere per fasi costruttive separate. «È assurdo procedere per stralci per un’opera che non è ancora certo che si possa completare», sottolinea il Wwf ricordando che la stessa Commissione nazionale sulla valutazione di impatto ambientale (VIA) «ha sottolineato la mancanza di approfondimenti essenziali sul rischio sismico e sul rischio idrogeologico». 

Queste osservazioni critiche, tra l’altro, erano state già espresse dalla Commissione nel 2013. Una particolarità che per l’associazione ambientalista fa lanciare un nuovo allarme, e non solo perché «non sono stati sufficienti 11 anni per risolvere i problemi che una parte dello Stato ha evidenziato ad un’altra parte dello Stato», ma anche perché alle carenze progettuali evidenziate e non risolte dal 2013 ora se ne sono aggiunte altre con i piani di gestione di Rete Natura 2000 recentemente approvati.
«Essere ricorsi al voto di fiducia da parte del Governo può mettere a tacere il confronto in Parlamento, ma non risolve le problematiche progettuali e procedurali», conclude il Wwf, che lascia sul tavolo due quesiti rivolti a deputati e senatori della maggioranza, ai quali pure recentemente aveva inviato una nota ad hoc sul Ponte: «Come può il Parlamento consentire di procedere per stralci nella cantierizzazione del Ponte sullo Stretto in assenza di un progetto esecutivo e della certezza della fattibilità dell’opera? E come può il Parlamento, specialmente a fronte di richieste reiterate e ancora insoddisfatte, pronunciarsi prima del giudizio di una Commissione tecnica di garanzia qual è la Commissione VIA?».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.