Altro che Ponte, quello di Salvini sarà il Muro sullo Stretto: la denuncia del Pd di Villa San Giovanni
Il Ponte sullo Stretto? Piuttosto, bisognerebbe parlare di Muro sullo Stretto. Il Pd di Villa San Giovanni segnala he c’è un problema che riguarda non solo le navi in costruzione di altezza pari o superiore agli 80 metri, ma anche quelle attualmente in navigazione e presenti, tra gli altri, nel porto di Gioia Tauro. Scrive il circolo Pd sulla propria pagina Facebook: «Se, infatti, il ministero dei Trasporti - rispondendo a un "accesso civico" del PD di Villa - ha nei mesi scorsi indicato il numero di navi con altezza superiore al franco navigabile del Ponte (65 metri) che passano oggi, in più tratte, sullo Stretto (15 commerciali e 5 da crociera), il Circolo Democratico di Villa ha inteso approfondire la questione, chiedendo alla Società Msc - (società che, attraverso la controllata Til, dirige Medcenter, il Terminalista del Porto di Gioia) - alcune precisazioni di carattere generale». Il Pd locale sa che la compagnia ha già espresso le sue valutazioni al ministero, «i dati generali comunicati sono però importanti e integrano puntualmente il dibattito pubblico sul tema».
Ecco, quindi, i dati MSC: le navi operative della Compagnia - al momento le più alte del mondo - potranno passare sotto al Ponte solo se l’altezza dal livello del mare sarà di almeno 65 metri, cui andrà aggiunto un ulteriore margine per compensare l’oscillazione verticale del Ponte e l’eventuale moto ondoso. Ed ecco, invece, le valutazioni del Pd, frutto dei dati ufficiali del ministero dei Trasporti, di quelli desumibili dal progetto in aggiornamento e della presa di posizione di Federlogistica: «Il "franco navigabile" del Ponte, in condizioni di massimo carico (con l’attraversamento ordinario, quindi, di mezzi pesanti e treni) è di soli 65 metri. Per evitare, quindi, che il transito delle navi Portacontainer in rotta dall’Oceano Indiano verso Gioia Tauro - ma anche di tutte quelle che salpano dagli altri porti italiani - subiscano stop e disagi senza precedenti derivanti dalla circumnavigazione della Sicilia - comportante un aggravio dei costi e dei tempi di navigazione - dovrebbe essere previsto un innalzamento dell’impalcato di almeno 15 metri, con la riscrittura totale del progetto in essere, prevedendo una nuova gara di appalto per la progettazione, sottoponendo tutto l’iter, quindi, ad un ripensamento generale circa la fattibilità tecnica e la tenuta economica».
La Stretto di Messina Spa risponde alle critiche del Pd di Villa San Giovanni dicendo che tali affermazioni sono prive di fondamento e sottolineando che il Ponte avrà un franco navigabile di 72 metri per una larghezza di 600 metri, in linea con gli standard delle grandi vie di navigazione internazionali e in conformità con le norme dell’International Maritime Organization (Imo). La società aggiunge che, anche nelle condizioni di traffico più critiche, l’altezza minima del ponte sarebbe di 65 metri, comunque conforme alle esigenze della navigazione e che durante il Tavolo tecnico per la sicurezza della navigazione nello Stretto, è stato confermato che nessuna nave in transito nel 2023 avrebbe avuto difficoltà a passare sotto la struttura.
Il Pd sollecita un’analisi approfondita su tale questione e anche il coinvolgimento dei Comuni coinvolti dall’opera decisa a Palazzo Chigi, nonostante la «leggina di accelerazione sul Ponte voluta da Salvini» abbia espressamente escluso le possibilità di confronto con uno stop alle procedure perché «auspicando nei territori un vero e proprio oblio informativo», il governo punta alla «anestetizzazione di ogni critica».
Il riferimento è al decreto Infrastrutture approvato a fine luglio, che prevede la possibilità di approvare il progetto esecutivo del Ponte non nella sua interezza, ma via via per stralci funzionali, a pezzetti. Un provvedimento legislativo e un progetto ingegneristico duramente contestati da esperti e associazioni ambientaliste, anche per altre caratteristiche previste dalla struttura che dovrebbe sorgere sullo Stretto. Un progetto contestato soprattutto dai siciliani alle prese con una siccità drammatica, che sanno che Il ministro Salvini ha stanziato a livello nazionale circa 900 milioni per infrastrutture idriche, mentre il solo ponte costerebbe 14 miliardi di euro.