
Vulcano, la ricerca italiana è riuscita a mappare la sorgente vulcanica dell'isola

Un team di ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e dell’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irea), è riuscito a mappare la sorgente vulcanica dell’isola di Vulcano.
«Analizzando i dati satellitari InSAR e i segnali sismici, abbiamo identificato la sorgente, posizionata a 500 mt sotto l'area craterica di Vulcano, operante tra luglio e dicembre 2021», spiega Valentina Bruno, ricercatrice dell’Osservatorio etneo dell’Ingv e coautrice dello studio.
Questo traguardo apre la strada a importanti implicazioni per la sicurezza dell'area. Dalla fine dell'ultima eruzione nel 1888-1890, Vulcano, situata 20 km a nord della Sicilia nell’Arcipelago delle Eolie, si trova in uno stato di quiete eruttiva e di diffusa attività fumarolica.
Il paese di Vulcano Porto è pertanto minacciato da possibili eruzioni, esplosive ed effusive, anche se attualmente il rischio principale è rappresentato dal rilascio di gas tossici che risalgono attraverso le numerose fratture del suolo.
«L'Isola di Vulcano, patria dell'imponente ‘La Fossa’, ha suscitato attenzione a partire da settembre 2021, manifestando segni di riattivazione vulcanica. Il nostro studio, focalizzato su dati InSAR (Interferometria radar satellitare) e Gnss (sistema satellitare globale di navigazione), ha esplorato questa dinamica, localizzando la sorgente, valutandone le caratteristiche e impatto sulla pericolosità vulcanica» aggiunge Federico Di Traglia, ricercatore dell’Osservatorio vesuviano dell’Ingv e primo autore dell’articolo. Lo studio, pubblicato sulla rivista Geophysical research letters, ha al momento una valenza prettamente scientifica – come sottolineano direttamente Ingv e Cnr – ma rappresenta un fondamentale punto di partenza nella comprensione della riattivazione vulcanica e nella prevenzione dei rischi ad essa associata.
