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L’estrazione di gesso sostenibile nel Basso Monferrato

Cave sotterranee con un ridotto impatto su paesaggio e ambiente e lavorazione del materiale con processi innovativi e circolari
 |  Scienza e tecnologie

La 23esima tappa della campagna “I cantieri della transizione ecologica” di Legambiente è in Piemonte, dove l’estrazione e lavorazione del gesso è sempre più attenta alla sostenibilità e a un ridotto impatto su paesaggio e ambiente circostante.
Il Cigno Verde sottolinea che «L’esempio virtuoso arriva dalla provincia di Asti, dal Basso Monferrato, dove dagli anni ’90 si punta a un binomio vincente: l’estrazione e la coltivazione del gesso perlopiù in cave sotterranee, e quindi non più all’aperto, e la nascita di impianti innovativi attenti all’uso del materiale, al riciclo e all’efficienza energetica. Tra questi c’è l’impianto di Calliano (AT), di proprietà di Fassa Bortolo, dove si producono lastre in cartongesso Gypsotech di alta qualità. Inaugurato nel 2010, il polo che si sviluppa in un’area di circa 81.000 m² con annessa cava sotterranea, da 14 anni fa scuola dimostrando grande attenzione per l’intera filiera: dall’estrazione alla lavorazione al prodotto finale».
Punto di forza dell’impianto è la cava sotterranea limitrofa dove il gesso che viene estratto arriva direttamente in produzione, riducendo al minimo la fase di trasporto e minimizzando le emissioni di CO2 ad essa connesse. Il percorso dei camion è stato studiato per non creare disagi al traffico di zona: infatti, viene effettuato totalmente in area privata, grazie a delle gallerie che entrano direttamente nell’area produttiva nel massimo rispetto del territorio e di chi lo abita. Passando al polo produttivo qui per la realizzazione del cartongesso si utilizza un cartone composto al 100% da carta riciclata; si raccolgono e reimmettono gli scarti della lavorazione nel ciclo produttivo, si privilegiano materiali naturali come l’amido di mais per migliorare l’adesione del gesso e viene recuperata l’acqua utilizzata in produzione. In particolare, l’acqua recuperata è composta da acqua di lavaggio della fase produttiva, opportunamente trattata e decantata e da parte dell’acqua contenuta nel vapore estratto nella fase di essiccazione delle lastre; circa il 35% dell’acqua contenuta nel vapore viene condensato ed immesso nel ciclo di produzione. In fatto di tecnologie l’impianto di Calliano cerca sempre di aggiornarsi: anche sul fronte energetico, dove l’installazione di un cogeneratore ha reso ancora più efficiente la produzione di energia elettrica e calore.
A Calliano Legambiente è stata accompagnata da Fassa Bortolo, prima impresa in Italia a utilizzare in maniera sistematica un metodo di coltivazione meccanizzato con frese elettroidrauliche (roadheader), invece del tradizionale metodo “drill and blasting” (esplosivo).
Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, sottolinea che «Il gesso è uno dei più antichi materiali da costruzione, oggi utilizzato per la produzione di cartongesso, per l’isolamento acustico e termico, per stucchi e rasanti. Un materiale insostituibile la cui qualità è essenziale per garantire le migliori prestazioni. Con questa tappa vogliamo portare l’attenzione su un tema importante ma al tempo stesso complesso e delicato. Con l’estrazione e la coltivazione in cave in sotterranee si è aperta una importante frontiera che si basa su un minor impatto ambientale e paesaggistico, dato che il lavoro principale si svolge tutto sottoterra razionalizzando lo sfruttamento dei giacimenti minerari. Un’attività importante che negli anni ha permesso anche la chiusura di alcune cave all’aperto come è accaduto a Moncalvo. Un importante passo verso l’obiettivo finale di avere sempre meno bisogno di estrarre questo materiale dall’ambiente, grazie ad un forte aumento del riciclo e del riutilizzo dei pannelli di cartongesso in nuovi cicli produttivi. Oggi esistono le tecnologie e le conoscenze per farlo, occorrono gli strumenti normativi, a partire da decreto end of waste dedicato, e la creazione di una filiera che vada dalle attività di demolizione agli impianti produttivi».
La coltivazione in sotterraneo permette di arrivare alla parte migliore del giacimento favorendo l’estrazione del minerale di gesso non inquinato da argille, marne o gesso alterato, come spesso avviene con le coltivazioni a cielo aperto. Per coltivare il gesso in sotterraneo viene impiegato principalmente il metodo per camere e diaframmi, che consiste nella realizzazione di vuoti intervallati da diaframmi di roccia. I vuoti residui sono delle vere e proprie gallerie che possono essere realizzate con esplosivo o scavo meccanico (es. frese). Questa tipologia di coltivazione permette un limitato sfruttamento del giacimento, ma consente di mantenere un elevato grado di stabilità a fine coltivazione e di favorire le operazioni di aspirazione delle polveri durante l’attività estrattiva, garantendo così la salubrità dell’ambiente per i lavoratori. L’uso di tecnologie innovative, come le frese roadheader, favorisce l’organizzazione del cantiere di estrazione, la sicurezza per il personale di cava e, soprattutto, diminuisce notevolmente l’impatto visivo.
Il cartongesso Gypsotech viene prodotto nell’impianto di Calliano, in provincia di Asti. Il percorso produttivo è a ciclo continuo ed è costantemente monitorato, perché ogni lastra di cartongesso sia semplicemente perfetta. Dopo la fase di cottura, il gesso viene miscelato con gli altri componenti, pronto per diventare il “cuore” di una lastra Gypsotech, con carta speciale riciclata al 100%. Il sistema per le costruzioni a secco Gypsotech, composto da una vasta gamma di lastre in cartongesso, stucchi, malte e altre componenti, è altamente qualificato per il miglioramento dei livelli di sostenibilità di un edificio. La produzione delle lastre nello stabilimento di Calliano (AT) consente, per la qualità del gesso estratto e per le tecnologie di estrazione e lavorazioni utilizzate, di ottenere lastre che rispondono ai prerequisiti in materia di sostenibilità ambientale e contribuiscono all’ottenimento dei crediti per la certificazione sostenibile degli edifici (come LEED, BREEAM, WELL). Le lastre sono certificate al 5% minimo di materiale riciclato e sottoprodotto proveniente da altre lavorazioni (Certificazione del contenuto di riciclato n° P243 ICMQ). In tutto il processo produttivo le lastre di cartongesso sono sottoposte al controllo di qualità e, in particolare al termine del ciclo di produzione, vengono verificate dal personale del Laboratorio. Al termine del ciclo di produzione, le lastre che non rispettano gli standard, vengono frantumate e reimmesse nel ciclo produttivo evitando sprechi di risorse.

Redazione Greenreport

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