La metformina può ritardare l'invecchiamento nei primati
L'invecchiamento è reversibile? Questa domanda eterna sembra aver trovato una risposta nello studio “Metformin decelerates aging clock in male monkeys” pubblicato su Cell da un team di ricercatori cinesi guidato di Liu Guanghui e Qu Jing dell'Istituto di zoologia dell’Accademia cinese delle Scienze (CAS) e da Zhang Weiqi dell’istituto di genomica di Pechino (National Center for Bioinformation) che conferma che «La metformina, comunemente usata per il diabete di tipo 2, può alleviare la senescenza cellulare, rallentando notevolmente il processo di invecchiamento nei primati».
Secondo gli scienziati cinesi, «Questa svolta offre nuove intuizioni sulla biologia dell'invecchiamento e promette di sviluppare interventi per l'invecchiamento umano. L'invecchiamento è caratterizzato da un declino della funzionalità degli organi e da un rischio aumentato di varie malattie. Per ridurre la pressione sui sistemi sanitari, gli scienziati hanno cercato metodi efficaci per ritardare l'invecchiamento. La Macaca fascicularis, con le sue somiglianze fisiologiche e funzionali con gli esseri umani, funge da modello eccellente per gli studi sull'invecchiamento».
Nello studio i ricercatori hanno utilizzato un approccio multidisciplinare, che include valutazioni fisiologiche, imaging medico, esami del sangue multiparametrici, analisi patologiche multitessutali e multi-omica, per monitorare maschi di macaco cinomolgo trattati con metformina per oltre 40 mesi. I risultati rivelano che «La terapia prolungata con metformina ha prodotto benefici geroprotettivi, in particolare mitigando l'atrofia della corteccia cerebrale, potenziando le capacità cognitive, rallentando il deterioramento osseo parodontale e aumentando la conservazione di vari tessuti e organi, tra cui fegato, cuore, polmoni, intestino e tessuto muscolare».
Lo studio ha evidenziato che «L'effetto protettivo della metformina contro l'invecchiamento è indipendente dal suo ruolo tradizionale nella regolazione metabolica e della glicemia. Agisce direttamente sui neuroni, attivando la rete di espressione genica antiossidante mediata da Nrf2, ritardando così l'invecchiamento cellulare. Questa scoperta fornisce una base scientifica per il meccanismo geroprotettivo della metformina e guida lo sviluppo di farmaci per l'intervento sull'invecchiamento».
Il team di ricerca ha anche utilizzato modelli di apprendimento automatico per costruire un modello di valutazione dell'invecchiamento multidimensionale di tessuti e organi nei primati, valutando accuratamente gli effetti sistemici della metformina nel ritardare l'invecchiamento e ha scoperto che «La metformina può ridurre gli indicatori di età biologica nei primati, tra cui l'età di metilazione del DNA multi-tessuto e l'età del trascrittoma, nonché l'età delle proteine plasmatiche e dei metaboliti, con l'effetto più pronunciato fino a 6 anni, equivalenti a 18 anni umani. Questo effetto geroprotettivo è stato particolarmente significativo nell'area del lobo frontale del cervello e nel fegato. Le valutazioni dell'orologio di invecchiamento a singola cellula ad alta precisione hanno mostrato che la metformina ha ritardato significativamente il processo di invecchiamento di varie cellule nervose nel cervello e degli epatociti nel fegato, rallentando efficacemente la velocità di invecchiamento di queste cellule di 5-6 anni, il che si traduce in circa 15-18 anni in termini umani».
Gli scienziati cinesi concludono: «Questo studio non solo inietta nuova vitalità nel campo dell'intervento sull'invecchiamento, ma stabilisce anche nuovi paradigmi e standard per valutare l'efficacia e la sicurezza degli interventi sull'invecchiamento umano. Rappresenta un importante passo avanti nella ricerca per ritardare l'invecchiamento umano, con la ricerca in medicina geriatrica che sposta gradualmente l'attenzione dal trattamento delle singole malattie croniche all'intervento sistemico contro l'invecchiamento. La metformina potrebbe emergere come uno strumento vitale nella lotta contro l'invecchiamento umano, aprendo nuove strade per la prevenzione e il trattamento delle malattie legate all'invecchiamento».