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Perù: Fsc sospende la certificazione a chi disbosca il territorio dei Mashco Piro incontattati

Survival e Organizzazioni indigene: ora revoca completa della certificazione
 |  Natura e biodiversità

Forest Stewardship Council (FSC) International  ha annunciato che «Sospenderà provvisoriamente la certificazione di Maderera Canales Tahuamanu (MCT), un titolare di certificazione che opera nella regione di Madre de Dios in Perù. Con efficacia per otto mesi a partire dal 13 settembre 2024, la sospensione è una misura precauzionale in risposta alle preoccupazioni sulla posizione della concessione di gestione forestale di MCT rispetto al territorio dei Mashco Piro, una popolazione di popoli indigeni in isolamento e contatto iniziale (PIACI). Gli sviluppi recenti hanno accresciuto le preoccupazioni sui potenziali rischi per la sicurezza e il benessere dei Mashco Piro. Durante questo periodo, a MCT non sarà consentito commerciare prodotti certificati FSC o utilizzare il marchio FSC. Con questa sospensione, FSC incaricherà Assurance Services International (ASI) di intraprendere un'indagine approfondita sui diritti dei popoli indigeni in isolamento e contatto iniziale (PIACI) in relazione alla certificazione di gestione forestale FSC in Perù. Questa indagine sarà condotta in conformità con le leggi internazionali, regionali e nazionali. Inoltre, i rappresentanti dell'FSC visiteranno il Perù per incontrare funzionari governativi, stakeholders locali e organizzazioni dei popoli indigeni, per avviare un dialogo, comprendere i problemi di classificazione del territorio nel Paese e garantire che le nostre azioni siano informate dalle realtà sul campo. Per rafforzare ulteriormente il nostro approccio, FSC cercherà indicazioni da parte di organismi Onu competenti e altre organizzazioni intergovernative sulle migliori pratiche per sostenere i diritti dei popoli indigeni che vivono in isolamento volontario. Questo processo mira a stabilire linee guida chiare per la certificazione FSC e l'impegno su queste questioni delicate in futuro».

La revoca completa della certificazione è stata richiesta dalle organizzazioni indigene peruviane Federación Nativa del Río Madre de Dios y Afluentes (FENAMAD) e Asociación Interétnica de Desarrollo de la Selva Peruana (AIDESEP), insieme a Survival International, dopo la pubblicazione di immagini che mostrano che l'area è abitata da un elevato numero di Mashco Piro incontattati.

Secondo Julio Cusurichi, del consiglio di AIDESEP e leader indigeno «Si tratta di un passo importante, ma non definitivo. Continueremo a lottare con la stessa forza finché non otterremo una vittoria storica per i diritti di questo popolo».

Kim Carstensen, direttore generale di FSC International, ha commentato: «FSC si impegna a proteggere i diritti dei popoli indigeni e delle comunità vulnerabili, il che è fondamentale per la nostra missione. Questi passaggi riflettono la nostra dedizione a sostenere l'integrità del sistema FSC e ad agire in modo responsabile di fronte a gravi preoccupazioni. E’ fondamentale che comprendiamo appieno le complessità di questa situazione e che i nostri standard rimangano inclusivi e protettivi per tutte le comunità».

Fiona Watson, direttrice del dipartimento ricerca e advocacy di Survival International. Conclude: «E’ una buona notizia, ma è solo la metà di ciò che serve. FSC sapeva da anni che questa azienda operava all'interno del territorio dei Mashco Piro, e infatti tra loro e i taglialegna si sono verificati diversi incontri letali. La massiccia copertura mediatica delle immagini pubblicate da Survival a luglio e le 15.000 e-mail inviate a FSC dai sostenitori di Survival hanno chiaramente costretto un riluttante FSC ad agire. E’ positivo che abbia sospeso la certificazione dell'azienda, ma non c'è motivo che non sia revocata permanentemente. Le organizzazioni indigene e Survival monitoreranno attentamente la situazione per assicurarsi che non si tratti solo di uno stratagemma per lasciar andare il problema nel dimenticatoio. Secondo la legge peruviana e quella internazionale, i Mashco Piro hanno il diritto di possedere collettivamente il loro territorio e di non vederlo disboscato tutto attorno. Ci aspettiamo che FSC lo riconosca: diversamente, la campagna continuerà»

Redazione Greenreport

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