Dalle foreste dell’Appennino un freno alla crisi climatica, avanzano i crediti di sostenibilità
Posti in piedi al teatro Bismantova, dove nei giorni scorsi il celebre botanico Stefano Mancuso è intervenuto per porre l’attenzione sulla crisi climatica in corso e il ruolo degli alberi per contrastarla.
L«e statistiche ufficiali registrano +1,53° C di riscaldamento globale nel 2023 rispetto al 1900, addirittura +2,4° C in Italia dal 2023 rispetto al 1960 – spiega Mancuso – Le cause? Immissione di gas climalteranti in atmosfera, ma anche il taglio, negli ultimi secoli, di 2 mila miliardi di alberi per lasciare spazio a una agricoltura di tipo intensivo e a città e altre infrastrutture. Sono stati eliminati proprio gli alberi, quelli che assorbono la CO2».
Ma c’è ancora chi vede nelle foreste, e nei servizi ecosistemici che ci garantiscono, un tesoro da valorizzare: è il caso del Parco nazionale Appennino tosco-emiliano, che non a caso ha promosso l’incontro con Mancuso.
«L’Appennino tosco-emiliano conta circa mezzo miliardo di alberi – snocciola il direttore, Giuseppe Vignali – Gestire bene le foreste per renderle più belle e resistenti al cambiamento climatico, coinvolgere le comunità locali, produrre reddito per i proprietari dei boschi e per le imprese forestali è il nostro obiettivo. Il nostro Parco nazionale dell’Appennino, nel suo piccolo, ad oggi, ha coinvolto usi civici, imprese, tecnici forestali certificando la gestione forestale sostenibile di 25.000 mila ettari di boschi. Agli stessi vengono riconosciuti valori per i servizi ecosistemici offerti, dalla biodiversità alla difesa suolo, dalla regolazione idrica alla fornitura di risorse, alle opportunità ricreative. Lo facciamo con una piattaforma per la compravendita dei crediti di sostenibilità».
Come funziona? Da ormai due anni il Parco promuove la gestione forestale sostenibile e sostiene i proprietari forestali nell’adottare buone pratiche, migliorative rispetto alla gestione ordinaria, che determinano un incremento nella capacità delle foreste di assorbire anidride carbonica dall’atmosfera e generare servizi ecosistemici (cibo, acqua, legname e fibra, svago, benessere spirituale, etc).
Questa gestione sarà certificata secondo gli standard di certificazione internazionali Pefc e Fsc che assicurano che le foreste siano gestite nel rispetto di rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. I proprietari e i gestori forestali che attueranno questo percorso genereranno crediti di sostenibilità (corrispondenti ad una tonnellata di CO2 equivalente evitata o assorbita) che il Parco, sulla base di un protocollo di intesa, rende univoci e mette sul mercato tramite la piattafoma.
I «crediti di sostenibilità» vengono dunque venduti ad aziende e organizzazioni che li acquistano in modo volontario, nell’ambito della propria responsabilità sociale di impresa.
Gli introiti generati dalla vendita dei «crediti di sostenibilità» vengono poi in parte erogati ai proprietari forestali i cui comportamenti virtuosi li hanno generati e, in parte, reinvestiti dal Parco nazionale a favore di nuovi progetti di gestione sostenibile delle foreste, grazie ai quali saranno determinati nuovi «crediti di sostenibilità», generando così un ciclo virtuoso.
Al secondo anno di attività, il progetto ha migliorato tutti gli impatti, ambientali, sociali ed economici. Dagli 8.300 ettari di foreste certificate nel 2022 ai 21.550 del 2023, grazie al coinvolgimento di 30 gestori forestali (17 in più rispetto all’anno scorso).
Da 4 mila crediti di sostenibilità generati nel 2022 a 14.953 prodotti nel 2023: il tutto per distribuire il valore economico generato dalle foreste direttamente alle comunità locali (proprietari e gestori forestali) che si occupano della loro gestione sostenibile.
Dalle 12 aziende del 2022, nel 2023 le aziende sostenitrici sono passate a 30, per un totale di 3.619 crediti di sostenibilità già acquistati. E quest’anno c’è ancora tempo per crescere: per le aziende che intendono aderire subito al progetto sono disponibili per l’acquisto ancora migliaia di crediti di sostenibilità. Maggiori info su www.creditisostenibilita.it o scrivendo a