Nature Restoration Law, la sottosegretaria Gava: l’Italia ha votato contro per difendere l’agricoltura
Dopo la cocente sconfitta al Consiglio europeo sulla Nature Restoration Law è toccato alla viceministra all’ambiente e sicurezza energetica, la leghista Vannia Gava ribadire il voto contrario dell’Italia e spiegare il no che ha isolato il governo meloni con un pugno di Paesi guidati dall’estrema destra. E la Gava giustifica questo voto ideologico rovesciandone i termini: «L’ultimo colpo di coda di questa legislatura ideologica è l’approvazione del Regolamento sul Ripristino della natura. Il voto favorevole dell’Austria, che arriva spaccata al suo interno, fa raggiungere la maggioranza in Consiglio Ambiente. L’Italia sostiene l’obiettivo di tutelare e riparare gli ecosistemi e ha lavorato a proposte migliorative per garantire il giusto equilibrio tra sostenibilità ambientale ed economica. Il Regolamento, così com’è, impatta negativamente sul settore agricolo dell’Unione, accrescendone gli oneri economici ed amministrativi. Non possiamo ignorarlo e non possiamo votare a favore. Occorre più tempo».
La pensa in modo totalmente opposto la presidente di Slow Food Italia Barbara Nappini: «Una vittoria importante che comunque consideriamo solo il primo passo contro le miopi spinte contrarie, perché la crisi climatica, la perdita di biodiversità e il degrado di ecosistemi naturali devono avere risposte lungimiranti e immediate. Molta strada verso quella transizione ecologica di cui si parla da anni è da percorrere e la società civile non può più attendere! La strategia che cerca di contrapporre agricoltura e ambiente è dannosa per tutti: pertanto siamo felici che la proposta del ripristino della natura sia diventata legge e consapevoli che devono essere intrapresi al più presto. Tra quelli già contenuti nel Green Deal e depennati, i più urgenti sono la cancellazione dell’uso dei pesticidi e l’obbligo della rotazione colturale e soprattutto del riposo dei terreni. 20 nazioni che rappresentano oltre il 66% della popolazione europea hanno detto sì e la legge è vincolante in tutti gli Stati dell’Unione. Ci dispiace che il governo italiano non abbia compreso l’importanza di questo provvedimento. Slow Food Italia ringrazia tutti quelli, dagli scienziati, alle associazioni, ai cittadini, ai politici, che in questi anni hanno sostenuto con la loro azione questa legge».