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Il Consiglio dell’Ue ha adottato la legge europea sul ripristino della natura, esultano gli ambientalisti

Maron: «È nostro dovere rispondere all’urgenza del collasso della biodiversità in Europa». Ma l’Italia resta contraria
 |  Natura e biodiversità

A due anni dalla proposta avanzata dalla Commissione europea, il Consiglio dell’Ue che riunisce oggi – per l’ultima volta sotto la presidenza belga – i ministri dell’Ambiente degli Stati membri ha adottato la legge europea sul ripristino della natura.

«È il risultato di un duro lavoro, che ha dato i suoi frutti – commenta Alain Maron, ministro belga della Transizione climatica –  Non c’è tempo per una pausa nella protezione del nostro ambiente. Oggi il Consiglio dell’Ue sceglie di ripristinare la natura in Europa, proteggendo così la sua biodiversità e l’ambiente di vita dei cittadini europei. È nostro dovere rispondere all’urgenza del collasso della biodiversità in Europa, ma anche consentire all’Unione europea di rispettare i suoi impegni internazionali. La delegazione europea potrà presentarsi alla prossima Cop a testa alta».

Lo stesso non si può dire per l’Italia rappresentata dal Governo Meloni, che è rimasta chiusa nella sparuta minoranza di Paesi contrari alla legge sul ripristino della natura.

Nel fine settimana l’Austria ha dichiarato il suo sostegno al testo, permettendo di superare la soglia minima per l’adozione (ovvero il via libera da 20 Stati membri che rappresentano il 66% della popolazione europea), mentre l’Italia resta tra i contrari insieme a Paesi come Ungheria e Polonia (ma anche Svezia, Finlandia e Paesi Bassi).

Il voto di oggi rappresenta un successo arrivato sull’onda della mobilitazione scientifica e ambientalista, che ha argomentato con forza la necessità di ripristinare la natura europea, in primis per salvaguardare i servizi ecosistemici – dalla produzione di cibo alla possibilità di respirare aria pulita – che solo la natura è in grado di offrire ai cittadini.

La nuova legge adesso agli Stati membri di stabilire e attuare misure per ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marittime dell’Ue entro il 2030 .

In particolare, le norme coprono una serie di ecosistemi terrestri, costieri e d’acqua dolce, forestali, agricoli e urbani – comprese zone umide, praterie, foreste, fiumi e laghi, nonché gli ecosistemi marini –, e per gli habitat ritenuti in cattive condizioni , come elencati nella legge, gli Stati membri adotteranno misure per ripristinarne: almeno il 30% entro il 2030, almeno il 60% entro il 2040, almeno il 90% entro il 2050.

Non solo: per affrontare la progressiva perdita di insetti impollinatori come le api, la legge introduce requisiti specifici per nuove misure volte a invertirne il declino entro il 2030 al più tardi.

Entro il 2033, infine, la Commissione Ue esaminerà l’applicazione della legge e i suoi impatti sui settori agricolo, della pesca e forestale, nonché i suoi effetti socioeconomici più ampi.

Dopo il voto odierno, la legge sul ripristino della natura sarà ora pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell'Ue ed entrerà in vigore, divenendo direttamente applicabile in tutti gli Stati membri; secondo le nuove regole, sono proprio i singoli Paesi ad essere responsabilizzati, dovendo presentare alla Commissione dei Piani nazionali per il ripristino della natura, documentando le modalità per raggiungere gli obiettivi comunitari.

«Il voto di oggi è una vittoria enorme per la natura europea e per i cittadini, che da tempo chiedono un’azione immediata per affrontare l’allarmante declino della natura – commenta la coalizione #RestoreNature, composta da BirdLife Europe, ClientEarth, Eef e Wwf – Dopo anni di intensa campagna e molti alti e bassi, siamo lieti che questa legge sia ora realtà: questo giorno passerà alla storia come un punto di svolta per la natura e la società. Ora abbiamo bisogno di tutti: gli Stati membri devono attuare adeguatamente questa legislazione senza indugi nei loro paesi, in stretta collaborazione con tutte le parti interessate coinvolte. Alla fine la natura può riprendersi, a beneficio del nostro clima, della biodiversità e delle persone».

«Nonostante l'indebolimento della legge, questo accordo – aggiunge Špela Bandelj Ruiz, attivista per la biodiversità di Greenpeace – offre un raggio di speranza per la natura europea, le generazioni future e i mezzi di sussistenza delle comunità rurali. Gli ecosistemi sani offrono protezione contro condizioni meteorologiche estreme, carenza d’acqua e inquinamento. Un sondaggio dopo l’altro mostra che le persone in tutta Europa si aspettano che l’Ue e i suoi governi agiscano per preservare la natura: i nostri leader politici dovranno fare molto di più per soddisfare questa aspettativa e la promessa dell’Ue di arrestare la perdita di biodiversità sulla scena globale. Dovrebbero iniziare lanciando piani nazionali credibili di ripristino della natura».

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Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.