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Chi la sostituirà in caso d’emergenza?

L’Italia non ha più la nave anti inquinamento Libra, il Governo l’ha regalata all’Albania

Nota per i trasbordi di migranti tra le due sponde dell’Adriatico, l’unità della Marina Militare era stata realizzata nell’ambito della legge sulla difesa del mare
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

Nel sito ufficiale del Ministero della Difesa - Marina Militare si legge che “il Pattugliatore d’altura Libra, seconda unità della classe “Cassiopea” o “Costellazioni 1^ serie”, è stato varato il 27 luglio 1988 presso i cantieri navali del Muggiano alla Spezia e consegnato alla Marina Militare il 28 novembre del 1989. Il 20 ottobre 1991, a Vasto, l’unità ha ricevuto in consegna la Bandiera di combattimento dall’Associazione nazionale marinai d’Italia. Le quattro navi gemelle della classe - Cassiopea, Libra, Spica e Vega - sono state realizzate nel contesto della Legge nr. 979 del 31 dicembre 1982, meglio nota come “legge sulla difesa del mare”.

Queste unità sono, infatti, equipaggiate con specifiche attrezzature per il contrasto e la bonifica dell’inquinamento marino da idrocarburi.

Nave Libra è passata alla ribalta quale unità militare che faceva la spola tra Italia e Albania, trasportando pochi migranti agli hotspot al di là della sponda adriatica per poi riportarli indietro pochi giorni dopo, in base alle precise disposizioni della Magistratura. Apprendiamo non senza stupore che l’Italia l'ha regalata al Governo di Tirana.

Naturalmente, questo passaggio di consegne (e di bandiera) avverrà non subito, ma non appena sarà pronto l'equipaggio della Marina Militare albanese; così, nave Libra cambierà nome e diventerà la nave Ammiraglia della Marina del Paese delle aquile. Apprendiamo, inoltre, che il protocollo di trasferimento della nave da uno Stato all'altro è stato appena firmato a Durazzo dai ministri Guido Crosetto e dall’albanese suo corrispettivo Pirro Vengu, davanti alla compiaciuta presenza del primo ministro albanese Edi Rama.

Nel pacchetto è anche stato inserito un accordo industriale tra Fincantieri e la società albanese Kayo, con sede a Tirana, per stabilire una cooperazione nell'industria cantieristica e navale albanese. Il ministro Crosetto conclude la cerimonia affermando che si tratta di «una scelta nella giusta direzione in tempi complessi come quelli che stiamo vivendo, nei quali è fondamentale non affrontare le sfide da soli, ma condividerle con Paesi amici».

Fin qui, in apparenza, sembra tutto regolare: la cessione di un’unità militare ad un Paese amico. Tanto che Edi Rama afferma nel corso della cerimonia: «Questa nave è la testimonianza visibile di quello che stiamo facendo insieme. Lavoriamo per creare sempre più una sinergia importante tra le due sponde dell'Adriatico. Viviamo in tempi duri che ci pongono davanti a sfide che non avremmo mai immaginato di affrontare». Guardando però con la lente d’ingrandimento le funzioni di nave Libra, possiamo agevolmente capire che, oltre ad essere un pattugliatore militare, questa unità assume anche un particolare compito in caso d’inquinamento marino e, in tale veste, è inserita nel “Piano di pronto intervento per la difesa del mare e delle zone costiere dagli inquinamenti da idrocarburi e da altre sostanze pericolose e nocive”, abbreviato in Piano nazionale antinquinamento del mare.

Sorge spontanea la domanda: chi sostituirà nave Libra, qualora si verificasse, speriamo mai, un’emergenza da inquinamento di idrocarburi nei mari italiani? Ci piacerebbe pertanto sapere quale unità sarà in grado di sostituire la primaria funzione antinquinamento, affidata a nave Libra dalla legge “Difesa del mare”? Quando l’unità verrà definitivamente cancellata dal naviglio militare dello Stato? Ah.. saperlo!

Redazione Greenreport

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