
Strage di Calenzano, 4 avvisi di garanzia a dirigenti Eni per reati ambientali

Permettevano lo scarico di acque reflue industriali nel fosso Tomerello che hanno determinato una concentrazione di idrocarburi totali maggiore del limite autorizzato allo scarico stesso. Per questo la Procura di Prato ha inviato nuovi avvisi di garanzia e un decreto di ispezione, perquisizione e sequestro per 4 dirigenti Eni coinvolti nell’esplosione avvenuta al deposito di Calenzano lo scorso 9 dicembre. Questi ultimi atti sono collegati a nuovi scarichi di acque reflue industriali provenienti dal deposito.
I quattro destinatari risultano già indagati per l'inchiesta principale, aperta dopo che l’esplosione ha causato la morte di 5 operai e il ferimento di altre 27 persone. Secondo la procura, gli indagati avrebbero «provveduto ad aprire o comunque consentito che venissero effettuati nuovi scarichi» nel Tomerello «senza l'autorizzazione unica ambientale (Aua) che avrebbe dovuto essere rilasciata» dalla Metrocittà di Firenze, «mediante l'impiego di un bypass che mette in comunicazione la vasca di fine trattamento del ciclo con il corpo recettore finale», cioè il fosso. Ecco la frase: «Permettevano in particolare lo scarico di acque reflue che hanno determinato una concentrazione di idrocarburi totali nel fosso in questione maggiore del limite autorizzato allo scarico stesso».
La vicenda è al centro di un confronto su più livelli che va avanti dal giorno del drammatico disastro, con il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani che vuole trasformarlo in un hub per le rinnovabili e la procura di Prato che accusa Eni di aver anteposto il profitto alla precauzione in tutta Italia. Ora, con un'informazione di garanzia e un decreto di perquisizione, il procuratore Luca Tescaroli contesta, spiega un comunicato, questo «ulteriore reato». Gli avvisi di garanzia sono stati decisi sulla base dei risultati di una consulenza tecnica e di ulteriori accertamenti espletati «relativi alla porzione investigativa correlata ai pericoli per la salvaguardia dell'ambiente e della salute della collettività derivanti dal disastro» conseguente all'esplosione.
Gli avvisi sono stati notificati a Patrizia Boschetti, in qualità di legale rappresentante e datore di lavoro nell'ambito della Gestione Operativa Depositi Centro Eni, con competenza anche sul deposito Eni di Calenzano; Luigi Cullurà, in qualità di responsabile del deposito Eni di Calenzano, nonché e di "Responsabile del rispetto della legislazione a tutela dell'ambiente"; Emanuela Proietti, in qualità di responsabile Salute Sicurezza e Ambiente ("Health Safety Environment" - HSE), degli adempimenti ambientali, della verifica dei parametri analitici, della corretta gestione dei reflui, dei sistemi antincendio, della presenza di scarichi non convogliati, di contaminazioni da tensioattivi e di sistemi di autocontrollo non attivi; Marco Bini, in qualità di responsabile della rete fognaria, delle pavimentazioni e delle infrastrutture.
Le perquisizioni e le altre operazioni si sono rese necessarie, spiega il procuratore Tescaroli, «al fine di appurare, fra l'altro, se sia stata rilasciata con specifico riferimento allo scarico nel fosso Tomerello, di acquisire i dati gestionali, i logistico-operativi e la documentazione di esercizio, relativi all'impianto di raccolta delle acque, gli schemi di processo dell'impianto di trattamento delle acque e tutta la documentazione afferente a detto impianto, nonché i risultati dei campionamenti effettuati da Eni sia per la parte del sistema di trattamento sia per quella afferente al fosso Tomerello le fatture di acquisto dei prodotti impiegati nel ciclo del trattamento delle acque afferenti all'impianto di depurazione del deposito Eni di Calenzano».
