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Inquinamento atmosferico, a fine marzo dalle polveri sahariane fino al 90% del Pm10 toscano

Arpat: «In quattro giorni sono stati registrati 126 superamenti del valore limite della media giornaliera»
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

Dal 25 marzo fino al 1 aprile, i cieli d’Italia sono stati attraversati da un intenso afflusso di polveri provenienti dal Sahara, che hanno contribuito a un picco d’inquinamento da particolato atmosferico Pm10.

«Il trasporto di polveri dai deserti – spiegano dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa) – avviene regolarmente per l’azione dei venti. Tuttavia non capita spesso che fenomeni così intensi e duraturi, come quelli registrati negli scorsi giorni, si verifichino a latitudini di regioni come Liguria, Emilia-Romagna e Veneto, dove gli effetti sulle concentrazioni di polveri sottili sono stati significativi».

Lo stesso vale per la Toscana, dove il fenomeno si è concentrato però nei giorni dal 29 marzo al 1 aprile, come mostrano i dati raccolti dalle stazioni di monitoraggio dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat).

Il valore di Pm10 più elevato è stato misurato nella stazione di Arezzo il giorno 30 marzo, con 182 µg/mc, per il quale è stato stimato un contributo naturale di polvere di 163 µg/mc, pari al 90% del Pm10 misurato.

«L’episodio più intenso – dettagliano dall’Arpat – è stato registrato il giorno 30 marzo con un contributo naturale medio stimato di 134 µg/mc (media di una selezione di stazioni); nei giorni 29, 30 e 31 marzo tutte le stazioni di misura del Pm10 hanno superato il valore limite della media giornaliera, il 1° aprile la percentuale di stazioni che hanno superato il limite è scesa al 35%. Complessivamente nei quattro giorni esaminati sono stati registrati 126 superamenti del valore limite della media giornaliera».

Redazione Greenreport

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