L’estrema destra finanzia le proteste Ue degli agricoltori per rovesciare il Green deal
A pochi giorni dalle elezioni europee i trattori sono tornati a marciare sulle strade di Bruxelles, con l’obiettivo di influenzare i risultati del voto gridando “no Green deal”.
Stavolta a indire la manifestazione è stata l'associazione agricola olandese Farmers defence force, richiamando adesioni dagli altri Stati membri come nel caso degli “Agricoltori italiani” – ovvero la sigla nata a valle delle manifestazioni che hanno scosso l’Europa nella prima parte dell’anno –, in prima fila a sponsorizzare il palcoscenico.
Stavolta le sirene della però hanno fatto flop. Le stime dei partecipanti alla manifestazione si fermano a circa 1.200, contro le 20mila adesioni promesse dagli organizzatori.
Un segnale interessante in vista dell’appuntamento con le urne, anche se i danni sono già stati fatti nei mesi scorsi, alimentando una retorica contro quella transizione ecologica che – paradossalmente – rappresenta la prima arma di difesa per la sostenibilità del comparto agricolo.
Perché mai, dunque, alcune categorie di agricoltori dovrebbero protestare contro il Green deal? Il tempo è galantuomo e stanno emergendo le prime risposte, seppur non fosse difficile immaginare i motivi già dall’inizio delle manifestazioni.
I relatori politici chiamati a intervenire oggi alla manifestazione appartengono tutti all’area dell’estrema destra, e anche le risorse economiche messe in campo per alimentare le proteste di questi mesi sembra arrivino dalla stessa area politica.
Recenti inchieste hanno documentato come alcuni gruppi di agricoltori e partiti politici di destra abbiano strumentalizzato le manifestazioni per attaccare il Green deal europeo. Basti osservare che una delle organizzazioni coinvolte nella protesta del 4 giugno è MCC Brussels, un think tank finanziato dal governo ungherese di Viktor Orbán – da sempre vicino al Governo Meloni – attraverso la sua partecipazione nella società petrolifera e del gas MOL.
MCC Brussels ha invitato gli agricoltori a partecipare a precedenti proteste e ad aprile ha ospitato un evento a Bruxelles con diversi gruppi di agricoltori integralisti che si sono impegnati a “spazzare via” i responsabili delle decisioni dell'UE.
Al contempo, sempre l'MCC ha accusato l'UE di usare le preoccupazioni ambientali per spremere gli agricoltori fino al punto di rottura, fomentando le proteste con obiettivo tendenzioso: rovesciare la transizione ecologica, facendo degli ambientalisti il nuovo nemico antropologico dell’estrema destra.