Circonomia, nell’ultimo anno il riciclo chimico della plastica in Italia è cresciuto del 145%
Il Festival dell’economia circolare e della transizione ecologica, Circonomia, ha fatto stamani tappa a Ecomondo – presso lo spazio Agorà Conai, in collaborazione con Corepla – restituendo una fotografia che vede l’Italia sempre leader nell’economia circolare, prima nel tasso di riciclo dei rifiuti (sia urbani che speciali), tra i tre migliori nel consumo di materia sia pro-capite che per unità di Pil.
Dietro al record restano ancora molte zone d’ombra, a partire dalla semplice ammissione che non sappiamo quanti dei rifiuti avviati a riciclo rientrino poi effettivamente sul mercato come nuovi prodotti – un dato particolarmente vero per il flusso più ingente dei rifiuti che generiamo, quello da costruzione e demolizione –, ma che comunque testimonia un’importante predisposizione per il nostro Paese, storicamente povero di materie prime, verso lo sviluppo dell’economia circolare.
Anche esplorando approcci innovativi come quello del riciclo chimico, che sappiamo essere più sostenibile della termovalorizzazione per recuperare valore da quei rifiuti plastici non riciclabili meccanicamente, ma che ancora deve trovare una sua dimensione di mercato.
In particolare, da Cironomia è emerso che Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (Corepla) avvia crescenti quantitativi sperimentali di rifiuti anche a processi di riciclo diversi rispetto a quello tradizionale di tipo meccanico. Nel 2023 la quantità di plastica destinata al riciclo chimico è stata pari a 4.209 tonnellate con un aumento del 145% rispetto al 2022, mentre quella avviata a riciclo come agente riducente secondario (Sra – Secondary reducing agent) nelle acciaierie è stata pari a 38.456 tonnellate.
«La transizione ecologica – commenta il direttore del festival Circonomia, Roberto Della Seta – è necessaria per impedire il collasso climatico ma se ben governata e orientata è anche una straordinaria occasione che può consentire all’Italia e all’Europa di affermare una leadership economica e tecnologica in un processo globale già in piena corsa, che sta ridisegnando gli assetti del mondo economico di oggi e di domani».